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A sostegno delle lingue nazionali nella formazione

18 maggio 2021

//comunicato stampa\\
La posizione dell’insegnamento delle lingue nazionali quali seconde lingue nella formazione dei futuri impiegati di commercio continua a muoversi in acque agitate.
Nella sua formulazione originale, infatti, la riforma «Impiegati di commercio 2022» prevede lo studio obbligatorio di una sola lingua “straniera”.

Ad inizio marzo la Pro Grigioni Italiano (Pgi) si era già espressa con forza a sostegno di una variante che sancirebbe l’obbligatorietà dello studio di una seconda lingua nazionale in tutta la Svizzera, evitando così che il francese nella Svizzera tedesca e l’italiano nel Cantone dei Grigioni possano essere via via scalzati dai piani di studio della maggior parte degli studenti per fare posto all’inglese. Questa variante, ricordiamo, è stata proposta a seguito delle preoccupazioni espresse lo scorso anno da parte della stessa Pgi e quindi del Forum per l’italiano in Svizzera, del Forum Helveticum e dei consiglieri nazionali Anna Giacometti e Marco Romano. Tale variante ha ottenuto l’appoggio di tutti i Cantoni romandi (eccetto Ginevra) e del Canton Ticino.

La prima indagine conoscitiva si è conclusa il 20 aprile e due settimane dopo è stata lanciata una seconda indagine, senza quasi attendere i risultati della precedente. La Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione ha divulgato una nuova variante proposta dalla Conferenza svizzera dei rami di formazione e degli esami commerciali. Il testo proposto renderebbe nuovamente obbligatorio lo studio di due lingue “straniere”, però al contrario di quanto avviene oggi, il numero di ore d’insegnamento rispettivamente riservato alle due lingue (prima e seconda lingua “straniera”) non sarà affatto equivalente.

Ben vengano le due lingue chiaramente, eppure diversi segnali lasciano trapelare che questo compromesso sia in realtà stato elaborato per evitare l’approvazione della prima variante e quindi permettere ad alcuni Cantoni di dare la precedenza all’inglese, anziché per “salvare” l’insegnamento delle lingue nazionali.

In questa seconda indagine conoscitiva, con scadenza il 4 giugno prossimo, la Pgi continua perciò a sostenere la variante dell’art. 4 dell’ordinanza affinché sia assicurata la priorità delle lingue nazionali nella formazione dei futuri impiegati di commercio. Contemporaneamente la Pgi accoglie anche la nuova variante dell’art. 5 della stessa ordinanza, che prevede quindi l’insegnamento di una seconda lingua straniera, ma solo a patto che questa completi l’approvazione della prima variante e non sia considerata come alternativa.

Sul sito della Pgi è a disposizione la presa di posizione completa.

Pgi sede centrale

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Leggi anche, sul nostro sito: In difesa delle lingue nazionali e Impiegati di commercio 2022.

Sul sito del Parlamento svizzero si trovano i testi delle interpellanze e le relative risposte del Consiglio federale:
Interpellanza Anna Giacometti: Riforma “Impiegati di commercio 2022″. Una sola lingua straniera obbligatoria?
Interpellanza Marco Romano: Riforma “Impiegati di commercio 2022″. Un altro passo verso l’inglese quale lingua nazionale operativa. Il Consiglio federale non ha nulla da dire?

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