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Alcuni commenti sul premio

25 gennaio 2019

I Premi svizzeri di letteratura saranno consegnati il 14 febbraio a Berna. Pubblichiamo alcune dichiarazioni provenienti dal Centro di traduzione letteraria e dalla Casa dei traduttori, che hanno vinto il Premio di mediazione.

Come abbiamo recentemente riferito, la settimana scorsa sono stati assegnati dall’Ufficio federale della cultura i premi di letteratura. Fra questi, anche il Premio di mediazione, che è stato attribuito quest’anno a due enti: il Centre de traduction littéraire (Centro di traduzione letteraria) di Losanna e la Casa dei traduttori Looren di Wernetshausen (ZH). (Leggi qui.)
La consegna dei premi avverrà giovedì 14 febbraio 2019 nella sala di lettura della Biblioteca nazionale a Berna.

Pubblichiamo alcune dichiarazioni provenienti dalle due istituzioni.

Gabriela Stöckli, direttrice della Casa dei traduttori Looren:
“Questo premio è stato una sorpresa e ci ha dato molta soddisfazione. Si tratta del riconoscimento di 13 anni di impegno per i traduttori e per lo scambio culturale e letterario tra le varie parti del Paese e con il mondo intero. È anche il riconoscimento del fatto che i traduttori non sono più ‘figliastri’ dell’industria letteraria, ma orgogliosi rappresentanti di un mestiere che è al contempo un artigianato linguistico e un’arte della parola. Siamo felici di condividere questo premio con il Centre de traduction littéraire di Losanna, con il quale abbiamo lavorato a stretto contatto fin dai nostri esordi e dove esiste una grande conoscenza in materia di traduzione letteraria”.

Irene Weber Henking, direttrice del Centre de traduction littéraire di Losanna:
“La nascita della Casa dei traduttori Looren, avvenuta nel 2005, è stata per noi una magnifica notizia: il luogo di residenza che ci mancava apriva finalmente le porte in questa struttura. Le nostre attività sono senza dubbio complementari e collaboriamo in modo regolare. Questa duplice ricompensa costituisce quindi un grande onore e questo premio è la dimostrazione che in Svizzera abbiamo saputo creare una rete comune nell’ambito della traduzione letteraria: la nostra legittimità ne esce rafforzata e ci offre una bella base per continuare”.

Anna Rusconi, coordinatrice di Laboratorio italiano:
“Penso che il programma Laboratorio italiano abbia senz’altro concorso all’aggiudicazione di questo importante riconoscimento, insieme a tutte le altre iniziative del Centro di traduzione letteraria di Losanna e della Casa dei traduttori Looren. La parola chiave è proprio ‘insieme’, perché la forza di un progetto sta anzitutto nella capacità di coagulare idee e contributi meritevoli, di fare rete e mettere in relazione in modo virtuoso e produttivo, di creare insomma un effetto domino positivo. Solo così le energie non si esauriscono ma continuano a moltiplicarsi. Da cosa nasce cosa e l’unione fa la forza: sembrano frasi scontate, ma è proprio su questo piano che fin dall’inizio ho percepito il potenziale qualitativo a tutto tondo di Laboratorio italiano. In fondo, mediazione significa stare nel mezzo e mettere in collegamento, e Laboratorio italiano incarna questo spirito sia nei contenuti che propone, sia nei modi con cui li porta avanti e li fa vivere”.

Marina Pugliano, coordinatrice di Laboratorio italiano:
“Aggiungo solo un paio di suggestioni sul significato della parola mediazione. Mediare in latino significa stare in mezzo, ‘interporsi’ fra due cose e due tempi. Ed è esattamente ciò che fa la traduzione. La traduzione è opera di mediazione, pratica essenziale per qualsiasi forma di dialogo. George Steiner ha scritto: senza la traduzione abiteremmo province confinanti con il silenzio”.

Silvia Rutigliano

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