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Grave incidente aereo nei Grigioni

6 agosto 2018

Velivolo d’epoca precipita nei pressi di Flims. Tutte morte le 20 persone a bordo.

Uno schianto con una direttrice quasi verticale sulla montagna a 2540 metri d’altezza: si riassumono così gli ultimi momenti dello Ju 52 precipitato sabato sul Piz Segnas, nei pressi di Flims, costati la vita ai 17 passeggeri e 3 uomini dell’equipaggio a bordo di un velivolo d’epoca che aveva quasi 80 anni. La causa del sinistro – il più grave da 17 anni per l’aviazione svizzera – non è ancora nota, ma c’è già chi punta il dito contro il caldo.

Il trimotore con un’apertura alare di 29 metri, un ex apparecchio dell’aeronautica militare elvetica riconvertito per voli panoramici dall’associazione Ju-Air, era decollato sabato da Locarno-Magadino alle 16.10 ed era diretto all’aerodromo di Dübendorf (ZH), da dove era partito venerdì 3 agosto in direzione del Ticino. I passeggeri a bordo partecipavano a un viaggio di due giorni fra Ticino e Italia, eventi organizzati regolarmente dalla Ju-Air.

Dopo circa 50 minuti di volo, alle 17.00, lo Ju 52, immatricolato HB-HOT, è precipitato sopra Flims (GR), sul versante occidentale del Piz Segnas, cima di 3099 metri a cavallo fra Grigioni e Glarona. Diverse persone sono state testimoni dell’impatto, ha indicato oggi la polizia cantonale retica in una conferenza stampa a Flims. L’aereo non si è incendiato, ma per le persone a bordo non c’è stato nulla da fare.

Nell’incidente sono morti 17 svizzeri – provenienti dai cantoni di Zurigo, Turgovia, Lucerna, Svitto, Zugo e Vaud – nonché una coppia di austriaci con il figlio. Sul posto sono intervenuti anche tre elicotteri privati, due elicotteri della Rega, la colonna di soccorso del Club alpino svizzero di Flims, le forze aeree elvetiche e il Care Team Grischun.

L’esatta dinamica di quanto successo non è ancora chiara, ma l’analisi del luogo dell’incidente consente già di trarre le prime conclusioni. “L’aereo è precipitato al suolo quasi verticalmente e a velocità relativamente elevata”, ha dichiarato Daniel Knecht, responsabile dell’unità operativa in seno al Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza (SISI).

“Non vi è stata alcuna interferenza esterna”, ha precisato l’esperto: nessuna collisione con un altro aeromobile o con un cavo. Il velivolo non sembra inoltre aver perso componenti prima dell’incidente, anche se “nulla è da escludere”, ha indicato Knecht. Il SISI sta indagando in tutte le direzioni, anche per chiarire se le alte temperature o la situazione meteorologica abbiano avuto un ruolo importante.

Vi è chi ha già ipotizzato che l’incidente possa essere messo in relazione con la canicola che attualmente tiene nella sua morsa la Svizzera, con temperature molto elevate anche in montagna. Knecht ha spiegato che l’aria calda, più rarefatta, può effettivamente influire sulla prestazione dei motori e quindi sulla quota operativa, ma questo scompenso può essere gestito – per esempio diminuendo il peso – e non può perciò essere considerato la causa principale di un crash.

Le indagini sono rese ancora più complesse per il fatto che il vecchio trimotore non è dotato di dispositivi di registrazione resistenti agli urti: niente scatola nera quindi. Quello che è certo è che i piloti erano molto esperti: entrambi capitani, avevano più di 30 anni di esperienza quali piloti di linea di Swissair e Swiss, nonché come piloti militari, ha indicato Kurt Waldmeier, co-fondatore e a direttore di Ju-Air da 36 anni.

Uno dei due uomini ai comandi, un 62enne, volava regolarmente per Ju-Air sin dal 2004. “Aveva 943 ore di volo con questo apparecchio, e questo lo rendeva uno dei più esperti all’interno del team”. Anche il collega 63enne, ha precisato Waldmeier, poteva vantare diversi anni di esperienza con lo Ju 52.

La Ju-Air gestisce i tre storici Ju 52 acquistati nel 1939 dall’aeronautica militare, utilizzati per oltre 40 anni e radiati solo nel 1981. Soprannominato “Tante Ju” (zia Ju), il modello di Junkers in questione è uno dei più celebri della storia: usato sia in ambito civile che militare, durante la Seconda guerra mondiale ha costituito la colonna portante della Luftwaffe nazista per quanto riguarda le operazioni di trasporto. Dalla loro carlinga – dalla caratteristica lamiera ondulata – si sono fra l’altro lanciati i paracadutisti tedeschi in Belgio o a Creta e non è mancato nemmeno l’impiego come bombardiere.

Utilizzato anche sui set cinematografici per film bellici, l’aereo precipitato aveva un totale di 10’187 ore di volo. Ogni 35 ore veniva sottoposto a manutenzione: l’ultimo controllo era avvenuto a fine luglio, mentre l’ultima revisione annuale risale allo scorso inverno. Nel volo fra Dübendorf e Locarno-Magadino non è stata rilevata alcuna anomalia o guasto: “non eravamo a conoscenza di problemi tecnici”, ha sottolineato Waldmeier. La Ju-Air ha comunque sospeso temporaneamente tutte le operazioni di volo.

L’HB-HOT – fratello degli altri due Ju 52 svizzeri, HB-HOS e HB-HOP, nonché cugino di HB-HOY, un Ju 52 tedesco che è stato in forze per la Ju-Air finché nel 2016 non è stato mandato in pensione – aveva 79 anni. Ma secondo Knecht non vi è fondamentalmente alcuna correlazione fra l’anzianità di un aereo e la sua sicurezza in volo. “Anche gli aeromobili più anziani possono essere utilizzati in condizioni di sicurezza se sottoposti a una buona manutenzione”, ha spiegato.

In effetti prima di sabato si erano registrati solo due incidenti non gravi, che avevano visto coinvolto entrambi l’HB-HOS: nel 1987 vi era stata una collisione all’aeroporto di Coblenza (D), mentre nel 1998 era stato toccato un muro di neve durante un atterraggio a Samedan (GR). In entrambi i casi tutte le persone a bordo erano rimaste illese.

La giornata di sabato si è rivelata nera per l’aviazione svizzera: un altro incidente si è verificato in mattinata in una zona boschiva nei pressi di Hergiswil (NW). A perdere la vita è stata un’intera famiglia: padre, madre e due figli minorenni. I quattro erano a bordo di un monomotore da cinque posti Socata TB-10 decollato alle 09.30 dall’aerodromo di Kägiswil, frazione di Sarnen (OW), e diretto in Francia.

Per chiarire quanto successo nei due incidenti – quello di Flims è il più grave su suolo elvetico dal crash di un Jumbolino Crossair a Bassersdorf (ZH) nel novembre 2001, in cui perirono 24 persone – si è attivato il Ministero pubblico della Confederazione, che lavora in collaborazione con il SISI, nonché con le procure e le polizie dei due cantoni interessati.

A nome del Consiglio federale, il presidente della Confederazione Alain Berset ha espresso le condoglianze ai congiunti delle persone che erano a bordo dei due velivoli precipitati sabato.

Fonte: ats

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