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Cosa succede al Centro Sanitario Bregaglia?

13 luglio 2018

//tratto da Il Grigione Italiano\\
A seguito delle lettere aperte e della serata informativa, abbiamo raccolto i dubbi e le perplessità della popolazione, trasformandoli in interviste. I nostri interlocutori sono quattro: la Commissione di amministrazione, il direttore (CEO), il medico e la Commissione interna del personale.

Dopo due lettere aperte pubblicate sulla stampa locale e la breve risposta interlocutoria della Commissione di amministrazione, il Centro Sanitario Bregaglia (CSB) ha informato sulla sua situazione la popolazione interessata. Alla serata, che si è svolta lo scorso 29 giugno, hanno partecipato una settantina di persone, fra le quali molti «addetti ai lavori»: amministrazione, direzione, dipendenti e responsabili dello Spitex, nonché rappresentanti delle Società femminili e diversi volontari e volontarie. Ha condotto l’incontro Maurizio Michael, presidente della Commissione di amministrazione (CA) del Centro, descrivendone chiaramente l’organizzazione, elencandone ampiamente le problematiche attuali, e infine concedendo spazio agli interventi dei presenti.

Le preoccupazioni espresse dalle cittadine e dai cittadini, non solo in quella serata informativa ma anche nelle lettere aperte e in generale, toccano diversi aspetti del Centro. Abbiamo raccolto alcuni di quei pensieri e li abbiamo trasformati in una serie di domande, rivolte principalmente alla CA, ma anche al CEO, al medico e alla Commissione interna del personale. Una, molto diffusa, riguarda la difficoltà di trovare un medico, o meglio più medici, che sostituiscano l’attuale, il dott. Hans Bänninger, il quale sta continuando ad esercitare il suo lavoro malgrado abbia già raggiunto l’età del pensionamento.

Trovare medici è difficile
«Trovare dei medici in Svizzera – ha dichiarato la CA – è un’impresa difficile per tutte le istituzioni, anche per quelle più grandi e titolate del CSB. La tendenza alla specializzazione in atto nel campo della medicina riduce di molto il numero di medici che possono entrare in considerazione per le esigenze della Val Bregaglia. Per poter mantenere e dar seguito all’accordo di prestazioni che il CSB ha attualmente con il Cantone dei Grigioni e quindi poter offrire anche in futuro gli stessi servizi alla popolazione il nuovo medico responsabile dovrà essere in possesso di una specializzazione, nel caso ideale del titolo FMH in medicina interna generale. A questo si aggiunge inoltre che il medico in questione dovrebbe avere esperienza nel primo intervento, nella cura degli anziani, dei bambini ecc. e debba pure sapersi esprimere correntemente sia in lingua italiana che in lingua tedesca».
«Un altro aspetto importante – sottolinea ancora la CA – è dato dalle condizioni di lavoro che devono rispecchiare i bisogni e le tendenze della società odierna. Non è perciò più pensabile proseguire con un modello che preveda la presenza di un solo medico sostituito temporaneamente da dei supplenti. Per poter garantire una copertura medica 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno nonché una certa continuità di personale si è deciso di modificare il modello attuale e di passare ad un modello che preveda l’impiego di tre medici presso il CSB, un medico responsabile e due collaboratori, per un totale di almeno un 250% d’impiego. Se la ricerca del medico responsabile, per i motivi sopraelencati, è complessa, la ricerca dei collaboratori risulta più semplice in quanto il margine d’azione è molto più ampio. Con l’impiego della dottoressa Marianne Jenal come collaboratrice medica il CSB ha inoltre già trovato una persona interessata e motivata a far parte del futuro team medico».

Sulla difficoltà a trovare i medici, abbiamo chiesto l’opinione anche del direttore (il CEO) del CSB, Alain Vetterli: «Il reclutamento di medici è un percorso assai lungo e la scelta va ponderata con molta cautela. Attualmente siamo in contatto con diversi di essi, dai quali abbiamo le prime informazioni che verranno affinate successivamente nei diversi colloqui». Vetterli si è comunque dichiarato «ottimista sia in merito al futuro del CSB, sia per la ricerca dei medici».

Sulla stessa linea si esprime la Commissione interna del personale, presieduta da Gloria Clalüna: «La Commissione interna, e penso anche la maggior parte del personale, è fiduciosa riguardo alla possibilità di trovare un successore. Siamo comunque consapevoli che trovare un candidato con i requisiti necessari non sia facile; la carenza di medici è una tematica conosciuta in molte zone della Svizzera».

All’attuale medico del CSB, Hans Bänninger, abbiamo chiesto perché sostiene l’assunzione di un medico svizzero, rispetto a uno straniero. «Nell’assistenza sanitaria del Grigioni meridionale – ha spiegato Hans Bänninger – la collaborazione tra i vari prestatori di servizio sarà intensificata. Secondo incarico del Governo gli ospedali regionali dovrebbero estendere le reciproche collaborazioni e sfruttare le sinergie. Ospedali periferici e Centri sanitari hanno il dovere di formare medici assistenti per dare così un contributo alla messa in sicurezza della copertura medica nelle regioni periferiche. La formazione di giovani medici presso il CSB e la continuazione dell’esercizio pubblico del reparto ospedaliero acuto richiede la specializzazione di FMH in medicina interna generale. Un medico con alle spalle una formazione svizzera con la qualifica richiesta e la necessaria esperienza offre garanzie per il rispetto dell’attuale mandato di prestazioni e per lo svolgimento competente dei compiti assegnati».
Alla domanda se è vero che è intervenuto presso l’Ufficio cantonale di Igiene pubblica per ostacolare l’assunzione di un medico straniero (italiano), il dott. Bänninger ha risposto: «La ricerca e la scelta di medici adatti per il CSB è e rimane uno sforzo comune di tutti gli organi coinvolti presso il CSB. L’impiego dei medici è compito della Commissione d’amministrazione. L’Ufficio dell’igiene pubblica dei Grigioni (competente per la sanità) è responsabile del rispetto delle disposizioni cantonali e federali e rilascia ai medici l’autorizzazione per l’esercizio dell’attività».

L’ottimismo si basa sui fatti
Importante e stimolante è anche quanto dichiarato dalla CA, nel rispondere alla domanda sul motivo per cui siano tuttavia fiduciosi che la ricerca dei medici andrà a buon fine. «Perché il CSB è un luogo interessante per un medico che vuole esercitare in modo ampio la professione di medico, rispettivamente, come detto da qualcuno, “ritornare” a fare il “vero medico”, dato che ha la possibilità di esercitare in un unico luogo molte delle competenze acquisite durante la sua formazione e il suo iter professionale».
«I molti contatti finora avuti – prosegue la CA – e i vari colloqui approfonditi svolti con i vari interessati lo confermano e dimostrano che ci sono persone attratte dall’offerta di lavoro del CSB, come pure dalla Val Bregaglia e dal suo contesto culturale, geografico e ambientale. Nella scelta e nelle decisioni da prendere, ogni candidato fa però anche altre valutazioni di carattere personale e privato e fino ad ora non è purtroppo ancora stato possibile trovare qualcuno che potesse far convergere tutte le sue valutazioni in favore del CSB».
In conclusione, valuta la CA, «il numero di candidati incontrati, il motivo del loro interessamento, nonché i commenti spesso molto positivi riguardo alla struttura del CSB, pur sapendo che sono necessari degli interventi di rinnovamento alle infrastrutture, ci indicano che siamo sulla strada giusta e che, con la necessaria pazienza e perseveranza, arriveremo al traguardo».

Puntare a un servizio di qualità
Un altro problema sentito dalla popolazione è la qualità del servizio medico. Nessuno ha dimenticato la morte di una ragazzina di dieci anni, avvenuta tre anni fa in seguito a un’influenza. Per quel decesso, il medico che era di turno è stato condannato per omicidio colposo. Ma nella serata informativa dello scorso 29 giugno, Hans Bänninger in qualità di medico titolare, se ne è assunto pubblicamente la responsabilità. Per sapere quali medici lavorano al fianco, o meglio in sostituzione del medico responsabile, è stato chiesto di pubblicare i loro nomi e le loro specializzazioni e referenze nel sito web del CSB. Richiesta che era parsa immediatamente accolta, ma che ancora non è stata attuata. Alain Vetterli ci ha successivamente risposto così: «Ritengo che pubblicare sul sito le referenze dei medici attivi presso il CSB possa essere un ottimo approccio al fine di informare meglio la popolazione. La proposta sarà discussa a breve dalla Commissione d’amministrazione che valuterà i tempi e le modalità per dar seguito alla richiesta».

Il funzionamento della direzione
L’istituto indipendente di diritto pubblico, denominato Centro Sanitario Bregaglia, dalla sua costituzione nel 2016 è strutturato con una direzione a «modello CEO». La direzione è composta da tre persone: il direttore o CEO (Alain Vetterli), la responsabile del servizio cure (Roberta Balatti) e il medico (Hans Bänninger). Non è un segreto che le dinamiche all’interno della direzione non sono buone (in particolare a causa del fatto che il direttore e la capocura formano una coppia legata sentimentalmente), infatti la Commissione di amministrazione ha pubblicamente dichiarato di essere intervenuta nel merito. «Oltre alla conduzione strategica del CSB alla CA spetta il ruolo di sorveglianza dell’attività della direzione del CSB. In questa funzione è ovvio che la CA abbia affrontato con tempestività la situazione. Pur essendo una situazione non ideale la CA ha deciso di proseguire dando fiducia alla direzione, prevedendo comunque un monitoraggio affinché eventuali problemi connessi con questa situazione possano essere riconosciuti e risolti in tempi ragionevoli».
«In questo senso – prosegue la CA – , a partire dall’inizio del 2018, il vicepresidente della CA Stefano Maurizio partecipa regolarmente alle riunioni della direzione, affiancando i tre membri della direzione e svolgendo, laddove necessario, un ruolo da ponte tra direzione e CA come pure tra direzione e personale».

Anche il personale, infatti, a più riprese ha lamentato un disagio, più o meno forte. «La Commissione interna – hanno risposto in merito – ha affrontato nei mesi scorsi diverse tematiche riguardanti il CSB. Grazie al dialogo aperto tra la Commissione interna, la Commissione d’amministrazione ed i sindacati ci sono state diverse migliorie e risvolti positivi».
E naturalmente anche in questo la CA dice la sua: «Innanzitutto va detto che alla CA sta a cuore che il personale del CSB possa lavorare in un clima sereno e costruttivo. Questo facilita il lavoro e aiuta a mantenerne e migliorarne la qualità. In un’azienda delle dimensioni del CSB – prosegue la CA – non è comunque raro che vi siano delle conflittualità tra il personale e la direzione come pure all’interno del personale stesso. Un fenomeno che anche in passato si è verificato a più riprese».
«La CA ha analizzato la situazione attuale confrontandosi con i vari attori del CSB e sta attuando delle misure che a medio termine dovrebbero permettere una maggiore comprensione reciproca e un miglioramento del clima. Alcuni segnali positivi sono già pervenuti».

Le proposte della popolazione
Non abbiamo trasformato in intervista tutte le idee espresse, in un modo o nell’altro, dalla cittadinanza. Ma ne elenchiamo qui qualcuna di quelle rimaste fuori: fare una regione ospedaliera unica Bregaglia – Alta Engadina, rendere il CSB un istituto specializzato in un’offerta di nicchia (esemplificato scherzosamente: farne un «Centro Giacometti ayurveda»), realizzare le opere di ristrutturazione prima e non dopo l’arrivo dei nuovi medici, creare un gruppo di supporto «pro CSB».
Insomma, la gente osserva, riflette e commenta. Dimostrando così che al «suo ospedale» è legata. Il Centro Sanitario Bregaglia, benché piccolo, offre numerosi servizi: casa di cura (per lungodegenti anziani, in parte con demenza), un piccolo reparto acuto, un reparto ambulatoriale (con studio medico, guardia medica, soccorso e trasporto, e fisioterapia) e Spitex. Vi lavorano, o prestano il loro tempo, circa 80 persone, corrispondenti a 50 posti al 100 percento.

Silvia Rutigliano

Satira di Bregaglia

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Per sorridere un po’.