Asilo ed espulsioni

//comunicato stampa\\
La settimana prossima saranno proiettati nella palestra di Stampa due documentari del regista svizzero Fernand Melgar. Le proiezioni sono organizzate dall’artista Miriam Cahn, con il sostegno della Società culturale di Bregaglia e della Fondazione Salecina.

Il primo appuntamento è per mercoledì 4 luglio alle ore 20:00 con il film La forteresse. Venerdì 6 luglio, sempre alle 20:00, è in programma Vol spécial. I film saranno preceduti da un’introduzione di Simona Rauch.

Il 24 settembre 2006 la popolazione svizzera approva un inasprimento della legge sull’asilo e sugli stranieri. Quel giorno il regista Fernand Melgar, figlio di stagionali spagnoli, arrivato illegalmente in Svizzera da bambino negli anni Sessanta, si sente trasportato al 1970, l’anno della votazione sulla prima iniziativa di James Schwarzenbach contro l’immigrazione straniera. All’epoca l’iniziativa era stata respinta di misura, ma per il padre di Melgar era chiaro: «Un giorno diranno di sì».

Per Fernand Melgar la votazione del settembre 2006 è la prova che suo padre aveva ragione. Il regista, ormai cittadino svizzero, comincia a porsi delle domande: «Voglio capire da dove viene, in questo paese, la paura degli stranieri, perché chiudiamo le nostre porte e trasformiamo quel che era un paese d’asilo in una fortezza inespugnabile». Da questi interrogativi nasce il documentario La forteresse, girato nel centro di accoglienza per richiedenti asilo di Vallorbe, nel canton Vaud. Nel film, Pardo d’oro per i cineasti del presente al Festival di Locarno nel 2008, Melgar mostra con grande sobrietà e precisione la vita quotidiana di donne, uomini e bambini confrontate con la procedura d’asilo, in attesa che lo Stato decida della loro sorte

In Vol spécial, girato tre anni dopo, Melgar si è immerso per nove mesi nella realtà del centro di detenzione amministrativa di Frambois, a Ginevra, uno dei 28 centri di espulsione in Svizzera. A Frambois si trovano sia richiedenti asilo la cui domanda è stata rifiutata, sia immigrati senza permesso di soggiorno (sans papiers). Alcuni di loro si sono stabiliti in Svizzera da anni, hanno costituito una famiglia, lavorano e versano i contributi alle assicurazioni sociali. Fino al giorno in cui i servizi cantonali per l’immigrazione decidono di chiuderli in carcere garantire la loro partenza dalla Svizzera. Il film segue la vicenda di cinque uomini detenuti nel centro, registra il difficile confronto quotidiano con il personale carcerario e accompagna i protagonisti fino al momento drammatico dell’espulsione forzata.

Entrambi i film sono in lingua originale con sottotitoli in italiano.