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Val Bondasca chiusa

25 maggio 2018

Alla serata informativa sono stati presentati i nuovi progetti di protezione e di viabilità e il piano delle zone di pericolo. Val Bondasca, per quest’anno, da dimenticare.



Ieri sera, durante l’incontro “Info Bondo” al quale è accorso un grande numero di cittadini e cittadine, è stato comunicato alla popolazione che per quest’anno gli accessi alla Val Bondasca sono chiusi. Il Municipio, ha riferito la sindaca Anna Giacometti, ha deciso di chiudere tutti i sentieri segnalati, sia quelli che portano alla valle sia quelli interni. Il Viale (Viäl) sarà addirittura cancellato dalle carte.

L’esperto cantonale di pericoli naturali Martin Keiser ha spiegato che i sistemi di monitoraggio non hanno rilevato movimenti significativi sul Piz Cengalo negli ultimi mesi, ma bisogna anche tener conto che la coltre nevosa impedisce una precisa misurazione da parte del radar.  Il materiale già sceso, però, è molto bagnato e potrà essere messo in moto con facilità. Su una cartina proiettata, lui e il vicesindaco Fernando Giovanoli hanno mostrato le zone soggette al pericolo di nuove inondazioni.

Sono stati approntati due piani delle zone di pericolo, uno per i villaggi (Bondo, Spino, Sottoponte e Promontogno) e l’altro per la Val Bondasca. Da non confondere con il piano di evacuazione, il piano delle zone di pericolo usa due colori: il rosso, che indica le zone dove non si possono fare costruzioni nuove, ma solo rinnovamenti, e il blu, dove si può costruire, ma con misure di protezione. Per quanto riguarda la Val Bondasca, non essendo accessibile, cade ogni possibilità di fare valutazione dei danni o ricostruire.

Le opere di protezione definitive, come spiegato dall’ing. Christian Tognacca, sono state progettate in continuità con le attuali, provvisorie. Sugli argini della Bondasca, in corrispondenza del bacino di contenimento, saranno costruiti terrapieni. Sulla sponda destra della Maira, sarà creato un muro che fungerà da scogliera protettiva del villaggio di Spino. Con queste opere si intende proteggere gli insediamenti e la popolazione per un evento da 300’000 metri cubi di materiale, un evento che gli esperti affermano si possa verificare una volta in tre secoli.

È attiva nel Comune anche una commissione di sicurezza, presieduta dal municipale Remo Capadrutt, che si occupa, tramite il sistema di allarme e il piano di evacuazione, della gestione delle situazioni di pericolo e della messa in sicurezza delle persone.

Oltre alle opere premunitive, Christian Tognacca ha presentato anche dei progetti per le strade. Il vecchio ponte a Punt, che era carrozzabile, è attualmente sostituito da un ponte sospeso, pedonale e ciclabile. Ci sono molte varianti possibili per creare una nuova viabilità sicura fra Bondo, Promontogno, Spino e Sottoponte. Uno dei problemi è che il materiale che scende dalla Bondasca non trova sbocco sufficiente nella Maira. Perciò bisogna fare spazio. Ad esempio, alzando la strada cantonale (il ponte) al di sotto della galleria, oppure eliminando il Punt Spizarun. Se si dovesse demolire questo ponte, si provvederebbe ad aprire nuovamente l’accesso a Spino a ovest, tramite un raccordo stradale. Da lì dovrebbe passare tutto il traffico per Flin e Soglio (senza bisogno di attraversare il villaggio di Spino) e per Promontogno (in questo caso attraversando il villaggio), compresi gli autopostali. Un’altra ipotesi è la ricostruzione di un ponte in zona Punt, creando strade di accesso sia dalla parte di Bondo sia dalla parte di Promontogno.

Altre ipotesi ancora sono al vaglio degli esperti, sempre in stretta collaborazione con il Comune e il Cantone.

Vicosoprano, sala polivalente, 24 maggio 2018. Al tavolo, da sinistra: Remo Capadrutt, Danco Dell'Agnese, Martin Keiser, Anna Giacometti, Fernando Giovanoli e Christian Tognacca

Silvia Rutigliano

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