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Un nuovo ponte per raggiungere Bondo

26 settembre 2017

//InfoBondo\\
Bondo riceve un nuovo accesso sicuro ed una nuova conduttura per l’acqua potabile. Il pericolo di nuove frane e colate detritiche si è attenuato, e grazie ad un impianto di sicurezza supplementare la strada cantonale è transitabile da subito anche di notte.

Il Comune e gli enti coinvolti stanno facendo tutto il possibile affinché si possa revocare al più presto l’evacuazione di Bondo, Spino e Sottoponte.

Ad un mese dalla frana e dalle prime colate detritiche che hanno raggiunto Bondo, il paese riceve un nuovo accesso sicuro. L’esercito inizierà questa settimana con i lavori preparatori per la costruzione di un ponte ad una corsia, dalla nuova strada cantonale verso la pianura ad ovest di Bondo. Da lì la strada rurale esistente verrà convertita provvisoriamente a strada di accesso verso Bondo.

La nuova strada di accesso dovrebbe essere transitabile in ca. 3 settimane. Gli abitanti ed i visitatori potranno quindi raggiungere Bondo senza attraversare la zona rossa, che è minacciata da eventuali prossime colate detritiche. L’accesso sicuro è una delle condizioni per revocare l’evacuazione di Bondo.

Bisogna inoltre ripristinare la fornitura di corrente, la canalizzazione e l’erogazione di acqua potabile. Siccome la condotta idrica della Val Bondasca è stata distrutta, verrà costruito un allaccio da Stampa verso Bondo. L’elemento essenziale del nuovo allaccio sarà la costruzione di un acquedotto sopra la gola alla fine della Val Bondasca. Per la frazione di Spino, il Comune ed ewz stanno costruendo un nuovo allaccio alla corrente elettrica, scavando un canale di diverse centinaia di metri.

Al momento non si può ancora definire quando sarà possibile revocare l’evacuazione di Bondo, Spino e Sottoponte. Oltre ai progetti per le infrastrutture sopra menzionati, lo svuotamento del bacino di ritenzione e del letto del fiume Maira deve essere tale che anche un’eventuale colata detritica di grosse dimensioni non metta in pericolo gli insediamenti.

Parziale assestamento della montagna
Dalle ultime misurazioni emerge che le colate detritiche scese fino al 31 agosto 2017 hanno portato a valle quasi mezzo milione di metri cubi di materiale. Finora ca. 80’000 m3 sono stati rimossi e trasportati nei due depositi ad ovest di Bondo.

Nel frattempo il Pizzo Cengalo si è parzialmente assestato. Misurazioni col laser rivelano che con la frana del 15 settembre 2017 sono crollati nella Val Bondasca ca. 400’000 m3 di roccia. Con questa frana, terza in ordine di grandezza dopo quelle verificatesi nel 2011 ed il 23 agosto scorso, il materiale ad acuto rischio di scoscendimento è praticamente crollato completamente ed i movimenti della parte critica di roccia sono diminuiti da 5-8 cm a pochi millimetri al giorno. Bisogna tuttavia prevedere delle ulteriori frane in qualsiasi momento.

Anche il pericolo di colate detritiche è leggermente calato. Le temperature basse riducono le quantità di acqua proveniente dallo scioglimento dei ghiacciai e le precipitazioni cadono soprattutto sotto forma di neve. Anche qui però non si può dichiarare cessato il pericolo; colate detritiche che potrebbero raggiungere il fondovalle sono possibili in ogni momento, specialmente in caso di un nuovo aumento delle temperature e di forti piogge.

Un nuovo sistema di allarme permette l’apertura notturna della strada cantonale H3
Settimana scorsa è stato installato un sistema di allarme supplementare per migliorare l’avviso in caso di colate detritiche che potrebbero raggiungere Bondo. Esso è appeso a dei cavi sopra il fiume Bondasca, a ca. 2.5km da Bondo. Se dovesse ingrossarsi il fiume o staccarsi una colata detritica, il sistema garantisce l’invio di un allarme anche di notte o in caso di scarsa visibilità che permette un tempo d’evacuazione di 4 minuti sia nel bacino di ritenzione che sulla vecchia strada cantonale.

Questo miglioramento del sistema di allarme permette il transito sulla vecchia strada cantonale anche con l’oscurità. La chiusura notturna della strada cantonale H3 che attraversa la Val Bregaglia è quindi stata revocata lunedì. Il traffico circolerà, come prima, sulla vecchia strada cantonale attraverso Spino e Promontogno. Sono da prevedere tempi di attesa al semaforo tra i 10 e 30 minuti.

Non è ancora possibile stabilire quando riaprirà al traffico la nuova strada cantonale attraverso la galleria Promontogno. Solo quando il ponte sopra il bacino di ritenzione sarà completamente libero dai detriti si potranno valutare i danni. Inoltre, un tratto di 200m della strada a ovest dell’accesso a Bondo, è stato eroso dal fiume. I lavori di ripristino dureranno in ogni caso numerose settimane. Il Comune di Bregaglia e gli Uffici cantonali coinvolti, stanno facendo tutto il possibile affinché questa importante strada di transito possa essere riaperta al traffico per la stagione invernale 2017/2018.

Grande solidarietà
L’ammontare dei danni alle infrastrutture pubbliche e private, nonché i danni a privati e ditte causati dalla frana e dalle colate detritiche, non può ancora essere determinato. Si potranno eseguire delle stime solamente quando sarà possibile accedere senza pericolo agli immobili colpiti dalle colate e dopo averli sgomberati. È però evidente già sin d’ora che i danni alle infrastrutture comunali sono di svariati milioni. Solo il lavoro di sgombero del bacino di ritenzione costa ogni giorno diverse decine di migliaia di franchi.

Fino allo scorso fine settimana la Catena della solidarietà ha raccolto 4.3 Mio CHF ed il Patronato svizzero per i comuni di montagna 1.3 Mio CHF. Sul conto comunale per le donazioni sono stati versati 1.9 Mio CHF. Numerose persone ed organizzazioni hanno offerto il loro aiuto per i lavori di sgombero; però, oltre ad essere ancora troppo presto, sostare nelle zone colpite è ancora troppo pericoloso.

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