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Migrazione nel Grigionitaliano

8 dicembre 2016 Nessun commento

//riceviamo e pubblichiamo\\
Grecia, Lampedusa, Ungheria, Chiasso, Campocologno e Castasegna. Cosa hanno in comune le località o i Paesi elencati nel titolo? Sono mete o piuttosto tappe dei migranti che cercano vita migliore!

Da qualche mese ormai si constatano movimenti anche alle nostre latitudini. Sia alla frontiera di Campocologno come pure a quella di Castasegna si sono registrate varie decine di entrate di migranti. Cosa fanno le autorità? Come e quando informano i cittadini? NULLA!

Dall’inizio del 2015 i movimenti di profughi, migranti e richiedenti l’asilo verso l’Europa sono aumentati in modo drastico, dando vita a quella che viene ormai chiamata la “crisi europea dei migranti”.

A più riprese l’UDC aveva monito che l’esodo avrebbe influito sulla situazione alle frontiere svizzere e che sarebbe stato opportuno prepararsi a dovere. Quando l’Ungheria ha deciso di chiudere le proprie frontiere e non concedere più il transito verso la Germania oppure quando sia la Francia (Ventimiglia) che l’Austria (Brennero) hanno deciso che i migranti del Nord-Italia non sarebbero potuti transitare dai loro paesi sempre per raggiungere la terra promessa dalla signora Merkel. Mai si è voluto dare ascolto all’UDC. Ora quanto da noi previsto si è avverato e la Svizzera è stata colta impreparata, dovendo improvvisare delle soluzioni alle frontiere a sud (Ticino e Grigioni italiano). Quando la situazione è diventata insormontabile per gli agenti in servizio a Chiasso, in fretta e furia si è provveduto a rafforzare questi valichi con agenti provenienti dal resto della Svizzera. Pure agenti delle nostre vallate hanno dovuto prestare servizio nel Sottoceneri, fin quando (era ovvio) i migranti hanno scoperto anche le vie che portano alle nostre vallate Grigionitaliane, con la speranza che fossero meno sorvegliate.

Nei mesi di ottobre e novembre sono stati registrati continui fermi di gruppi di persone. Perlopiù transitavano con mezzi pubblici come il trenino rosso che parte da Tirano oppure l’auto-postale proveniente da Chiavenna. Inutile dire che questi migranti non avrebbero mai scoperto queste vie alternative senza l’aiuto di aiutanti locali (passatori).

Immagini dei cartelli improvvisati ai valichi di confine. Interessante constatare che le informazioni più importanti per i migranti sembrano essere: dove si fanno le interrogazioni, dove le perquisizioni e come faccio per avere WiFi.

Citiamo alcuni articoli apparsi in autunno nei quotidiani Lombardi:

  • 17 immigrati bloccati a Tirano: Volevano entrare in Svizzera
  • Sondrio, oltre 20 clandestini bloccati in stazione: “Dov’è il prefetto?”
  • Tirano, immigrati tornano a Milano: “domani siamo ancora qua”
  • Eritrei a Campocologno: 7 verso San Gallo, 15 rimandati in Italia
  • Tirano, altri profughi fermati alla stazione: tentavano la via Svizzera

Pure la RSI nel Quotidiano e alla radio ha menzionato la situazione nel Grigionitaliano.

Coloro che richiedono asilo politico in Svizzera vengono registrati e poi trasportati dal SEM (segreteria di Stato della migrazione) verso il centro di registrazione a Altstätten (SG). Se non è possibile il trasporto immediato, le persone devono essere ospitate sul posto (di regola una notte). Coloro che non desiderano porre domanda d’asilo in Svizzera (perché intendono raggiungere la Germania o i paesi scandinavi) vengono respinti verso l’Italia (UE). Circa 1/3 delle persone fermate in val Poschiavo e Bregaglia hanno scelto la prima via (domanda d’asilo), mentre 2/3 sono stati respinti verso l’Italia. Gli accordi con l’Italia prevedono il punto di respingimento per i Grigioni a Tirano e dunque anche i migranti fermati in Bregaglia devono essere trasportati in val Poschiavo. Uno dei primi di questi trasporti è stato accompagnato da una malattia contagiosa che alcuni migranti si portavano dietro così che poi agenti, materiale e automezzi sono dovuti essere trattati con un metodo di particolare disinfezione.

Dato che le autorità non hanno ritento opportuno o necessario informare la popolazione su quanto si muove alle nostre frontiere, abbiamo pensato di farlo noi. Queste sono informazioni che abbiamo raccolto e pubblichiamo perché siamo dell’avviso che la popolazione abbia il diritto di essere informata a riguardo di avvenimenti particolari sul proprio territorio. Si tratta di informazioni facilmente reperibili e di pubblico dominio.

Oggi il nostro rimprovero non è diretto ai migranti che cercano in tutti i modi di poter usufruire della generosità altrui, bensì alla scarsa informazione da parte degli enti pubblici locali.

Ovviamente le statistiche riportano le cifre in base alle persone FERMATE alla frontiera. Il numero delle persone che sono riuscite ad eludere il controllo delle guardie di confine e che dunque si muovono di notte sotto le nostre finestre non è conosciuto…

UDC sezione Bregaglia

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