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Viaggio in Germania

21 ottobre 2016

//tratto da Il Grigione Italiano\\
L’anno prossimo saranno celebrati i 500 anni della Riforma protestante. Prudentemente prima dell’arrivo delle folle, uno sparuto gruppo dal Grigioni italiano si è messo sulle orme di Lutero.

Eravamo circa in 25, comodamente sistemati sul pullman che ci ha condotti, senza intoppi, nel lungo viaggio «Sulle orme di Lutero». L’allegro gruppo era composto dai ragazzi del catechismo, scortati dal loro pastore e da alcuni familiari, e da persone si potrebbe dire di ogni sorta, non tutte appartenenti alla chiesa riformata.

Il pastore Antonio Di Passa ha ideato il viaggio storico-culturale, affidandone all’agenzia viaggi Lardi l’organizzazione pratica. Abbiamo visitato diverse città e cittadine, accompagnati da tre diverse guide del posto, che ci hanno condotti nei luoghi più significativi della vita del riformatore tedesco Martin Lutero (1483-1546). Ma abbiamo avuto anche l’opportunità di conoscere altre storie e caratteristiche delle zone che attraversavamo.

Siamo stati colpiti dall’atmosfera che pervade molti dei paesi che abbiamo visitato: poca gente, case disabitate, angoli decadenti… Una sensazione di deserto. Le città di Lutero si trovano tutte nella ex Germania dell’est e ancora si vedono gli effetti di quei quarant’anni di «socialismo reale», ma anche di una riunificazione attuata in modo molto discutibile.

A Erfurt abbiamo visto il convento nel quale Martin Lutero divenne monaco agostiniano. A Schmalkalden una grande insegna su una casa indica che lì Lutero elaborò gli Articoli di Smalcalda, quando i principi protestanti, nel salone che oggi è la sala consiliare della città, fondarono la Lega di Smalcalda. Sull’insegna della casa è collocata la statua di un cigno, uno dei simboli del riformatore.

Nello stesso primo giorno di visite, ci siamo spostati a Eisenach, dove si trova la grandiosa fortezza della Wartburg, nella quale ancora si può accedere alla semplice stanza che ospitò Lutero per quasi un anno. Privo di qualsiasi protezione dopo essere stato scomunicato, Lutero fu oggetto di un falso rapimento da parte del principe Federico il Saggio, nascosto nel castello e fornito della nuova identità di Junker Jörg. In quei mesi realizzò la traduzione del Nuovo Testamento dall’originale greco in tedesco, dando così anche un forte impulso alla lingua del popolo.

Il giorno successivo siamo approdati a Eisleben, e abbiamo visto la sua casa natale (ricostruita) e la chiesa in cui fu battezzato (restaurata). Ma Eisleben è, per coincidenza, anche la cittadina in cui morì, ed ecco qui un museo con la ricostruzione di alcune stanze della casa in cui (secondo la tradizione) morì, più una parte moderna. Sulla piazza del mercato è collocata una statua del riformatore.

La figura di Lutero è utilizzata anche in ambienti più prosaici, come il ristorante Lutherschenke, con le pareti decorate da ritratti di lui e della sua famiglia, presso il quale abbiamo consumato uno dei nostri pasti in comune.

Ma dopo mangiato, via, di nuovo nel freddo! Trasferimento a Mansfeld, paese dei genitori di Lutero, dove un moderno, piccolo ma bel museo, ricostruisce la vita quotidiana della famiglia Luder (questo il cognome originario). Peccato che il paese sia fuori dalle rotte turistiche più gettonate e abbia pochi visitatori. La nostra guida ci ha riferito che in un anno ha prodotto tredici pernottamenti in loco. Anche qui, una statua, con tre momenti della vita del riformatore, in una fontana su una piazzetta.

Il giorno dopo, il nostro itinerario ci ha condotti a Torgau, dove nell’imponente castello dei principi di Sassonia fu costruita quella che viene definita la prima chiesa protestante. Il locale fu infatti progettato dallo stesso Lutero, che ne fissò le misure e l’arredo, seguendo le sue convinzioni teologiche. Nella stessa città, la chiesa di S. Maria ricorda Johann Walter, che compose le musiche per la prima predicazione di Lutero, e nella quale è sepolta Katharina von Bora, con la quale Lutero si sposò nel 1525.

E nel pomeriggio, finalmente Wittenberg! Il nome probabilmente più noto, riguardo alla Riforma. Su un portone laterale della cattedrale, Lutero affisse, nel 1517, 95 tesi da discutere. Oggi quel portone non esiste più. Al posto ne è stato costruito uno in metallo, con le tesi scolpite sopra! All’interno della chiesa ci sono le tombe di Lutero e dell’altro grande pensatore, suo amico, Melantone. Ai due sono anche stati eretti due monumenti sulla piazza del comune. A Wittenberg si può entrare nel grande cortile sul quale si affacciavano le botteghe di Lucas Cranach, dove si dipingeva, e la tipografia. E poi la casa dove vissero i coniugi Luther, con le camere che affittavano agli studenti universitari. E la chiesa di S. Maria, anche qua, dove il riformatore tenne più di 2’000 prediche, e dove si possono ammirare diverse opere di Cranach, fra cui la famosa pala su cui è disegnato Lutero che addita al crocifisso. Un po’ più lontano, diciamo «fuori le mura», una quercia segna il luogo dove Lutero bruciò la bolla papale che lo invitava a ritrattare (era il 1520).

Il nostro viaggio è stato dunque un po’ disordinato dal punto di vista cronologico, ma per predominanti ragioni geografiche. Anche il mio resoconto non è dunque un valido strumento per ricostruire la vita di Lutero. Ma è il racconto di un viaggio, così come l’abbiamo fatto, così come l’ho vissuto, così come me lo ricordo.

Sapete cosa c’è per terra, in tutti questi luoghi? Le «orme di Lutero» sono oggi materialmente tracciate: non so da quanto tempo, ma certamente anche in vista delle celebrazioni del 2017, in ogni luogo significativo, presso ogni monumento – casa, chiesa o statua che sia – sul selciato è collocata una piastra di metallo, raffigurante la «rosa di Lutero», il suo simbolo. Segui la rosa e sei sulla strada giusta.

L’ultima tappa del nostro viaggio è stata un po’ marginale rispetto all’atmosfera del primo Cinquecento che abbiamo respirato in Turingia, Sassonia e Sassonia-Anhalt. Ci siamo trasferiti a Nürnberg, in Baviera, dove comunque abbiamo trovato una statua di Lutero e una di Melantone sulla parete esterna di una chiesa. Ormai non eravamo più nella ex DDR, e la città era piena di vita (e di commerci). Ma se non si sentiva più la presenza di Lutero, abbiamo sentito però aria di casa: al processo di Norimberga, nel quale furono giudicati i principali criminali di guerra legati al nazismo (1945-’46), svolse il lavoro di interprete Wolfgang Hildesheimer, di cui si è recentemente celebrato il centenario in Valposchiavo.

Silvia Rutigliano

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