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Tempi passati, ma abbiamo un futuro

19 aprile 2016 1 commento

//riceviamo e pubblichiamo\\
Le pessime previsioni dopo la votazione popolare dell’11 marzo 2012 sulla limitazione del numero di seconde abitazioni si rivelano sempre più azzeccate. Insicurezza e paura esistenziale per aziende, famiglie e singole persone sono di quotidiana attualità.

Le aziende sono fortemente confrontate con mancanza di opere da eseguire e dunque risulta praticamente impossibile allestire un piano d’intervento per l’anno corrente e pianificare le necessarie forze lavorative. A causa di questa deplorevole situazione, personale in cerca di lavoro rimane a mani vuote e a impiegati con un posto fisso da anni non viene più rinnovato il contratto o solo a tempo limitato, a volte per pochi mesi.

Un’altra conseguenza che pure si prevedeva è il crollo o la diminuzione dei prezzi di mercato. Le imprese cercano di acquisire incarichi per portare avanti l’azienda calando i prezzi sul prodotto a livelli drammatici e questo porta poi a dover limitare in modo eccessivo il numero del personale. Le conseguenze sono condizioni di impiego al limite delle leggi in vigore.

In modo particolare questo problema tocca i giovani che dopo il tirocinio non trovano lavoro o solo impieghi stagionali o ancora meno. Questo fatto provoca la necessità e il desiderio di cercare un’esistenza fuori dalle nostre valli, aumentando il calo della popolazione e il bilancio demografico tra popolazione anziana e giovane.

Per il ramo edile non si prevedono cambiamenti nei prossimi anni e speriamo che il ramo turistico, che pure combatte le proprie battaglie, possa limitare i danni, mantenendo perlomeno gli umili livelli attuali o possibilmente aumentare i pernottamenti. Il turismo è importantissimo pure per il ramo edile che indirettamente ne dipende.

Rimpiangere i tempi passati porta a volte consolazione, ma non risolve i problemi attuali e tantomeno migliora il futuro.

Durante queste fasi economiche di insicurezza la popolazione è spesso esitante su come andare avanti, se sia opportuno fare un investimento o forse meglio aspettare prognostiche migliori. Aziende e artigiani si chiedono se sia arrivato il momento di dover lasciare la valle per cercarsi altrove un’esistenza, provano a resistere, a trovare strategie di sopravvivenza su come gestire l’azienda al fine di garantire un futuro per se ed i suoi impiegati. Cambiamenti avverranno come in passato, aziende chiuderanno le attività, persone si sposteranno in altri posti e forse nuove attività si insedieranno in valle aumentando la popolazione con nuovi arrivati.

Non tutti però vogliono o possono smettere o andare altrove, e questi cercheranno di resistere portandosi avanti come meglio possono, nella speranza di un miglior futuro. Questi ultimi hanno bisogno del sostegno del vicino per resistere e la riuscita è importante non solo per loro. È importante che tutti ci aiutiamo, e anche le piccole cose si sommano e fanno numero. Acquistare i prodotti nelle aziende indigene, far eseguire anche il piccolo intervento all’impresa indigena aiuta a tirare avanti. È chiaro che la spesa all’estero è inferiore e che la manodopera oltre confine costa la metà, ma dobbiamo renderci conto che in questo modo prima o poi tagliamo il ramo che ci sostiene.

Il nostro futuro dipende da come sapremo aiutarci a vicenda.

Thomas Zimmermann, Vicosoprano / Roticcio

Attualmente c'è un commento

  1. Corrado Marzullo scrive:

    Sono considerazioni ragionevoli, ma assolutamente unilaterali: non si può continuare a costruire case e automobili, di cui in realtà non abbiamo bisogno,solo con lo scopo di creare occupazione!
    Corrado Marzullo

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