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28 maggio 2015

//riceviamo e pubblichiamo\\
L‘imposta sulle successioni danneggia il mondo del lavoro. La presa di posizione di Livio Zanolari.

Seguendo la discussione delle ultime settimane si ha la sensazione che l’imposta sulle successioni tocchi solo una piccola parte della popolazione, quella più abbiente oltre che una buona parte delle imprese. La raccomandazione delle cerchie politiche di sinistra è quella di penalizzare al momento della successione chi in vita sua è riuscito a costruirsi una propria esistenza, anche materiale. Ma chi sono queste persone che verrebbero colpite con pesanti imposte al momento della successione? Sono in moltissimi casi imprenditori, che creano posti di lavoro, che producono valore aggiunto, che investono nel nostro paese, che hanno contribuito per anni in modo essenziale agli introiti fiscali dei comuni, dei cantoni e della Confederazione. Senza di loro mancherebbe l’ossatura dell’economia soprattutto nelle nostre regioni di montagna e svanirebbero così le prerogative per l’esistenza di molte famiglie. Se dovessero pagare più imposte questi imprenditori sarebbero costretti a ridurre i loro investimenti e la loro capacità di creare occupazione. A livello di posti di lavoro e di introiti fiscali ne risentirebbero l’intera popolazione e le istituzioni pubbliche, in particolare i comuni.

Sono dell’avviso che la politica dovrebbe invece andare in una direzione più propositiva. Dovrebbe fare di più per migliorare le condizioni quadro di chi crea posti di lavoro e genera valore aggiunto. Potrebbe per esempio ridurre l’IVA per i settori turistici come l’albergheria e la gastronomia, colpiti gravemente dalla forza del franco.

L’iniziativa sulle successioni non solo creerebbe una nuova imposta, ma appesantirebbe l’intero apparato burocratico. Andrebbero realizzati nuovi uffici, specie nella Confederazione. Assisteremmo quindi a un’ulteriore centralizzazione dei servizi e a un ulteriore aumento dei costi dell’amministrazione federale, che tra l’altro nelle ultime due legislature sono letteralmente esplosi.

E le ricadute negative si farebbero sentire anche nei comuni, che dovrebbero anche loro assistere senza poter intervenire più di tanto alla diminuzione della forza economica e degli introiti fiscali. Già ora quasi tutti i comuni sono alle prese con problemi finanziari. Le cause vanno addossate in particolare al Parlamento federale e al Gran Consiglio, che impongono ai cantoni risp. ai comuni sempre più doveri e con essi anche gli oneri finanziari. Non è un caso che molti comuni non sanno dove battere la testa per far quadrare i conti.

Queste considerazioni invitano a essere molto prudenti nel voler metter mano ai meccanismi retributivi, che rivestono un’importanza fondamentale nel garantire una certa stabilità economica e occupazionale.

Per questi motivi raccomando di respingere l’iniziativa sulle successioni.

Livio Zanolari

Satira di Bregaglia

La vignetta della settimana

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Per sorridere un po’.