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La HEV è contraria all’iniziativa “Tassare le eredità milionarie per finanziare l’AVS”

1 maggio 2015

//riceviamo e pubblichiamo\\
La HEV è contraria all’introduzione di una tassa nazionale sulle successioni e sulle donazioni. Già oggigiorno, in Svizzera, i beni immobiliari sono gravati da svariati balzelli.

Oltre all’imposta sul reddito, sulla sostanza e sul valore locativo proprio, in taluni Cantoni esiste pure l’imposta sugli immobili. A ciò va aggiunta l’imposta sul plusvalore immobiliare. L’introduzione di una nuova tassa, oltre che arrivare in tempi poco favorevoli per l’economia del paese, è un segnale che va nella direzione sbagliata e frena la crescita.

Per rendere abbordabile il tema in votazione i promotori dell’iniziativa usano una formulazione molto accattivante, facendo credere al cittadino che la nuova tassa toccherebbe solo le tasche dei superricchi. Invece non è così. Per i proprietari di un immobile o i titolari di un’impresa famigliare, il limite di 2 milioni di franchi, soglia a partire dalla quale verrebbe prelevata la tassa, risulta essere eccessivamente bassa. Molti immobili hanno già di per sé un valore che supera il milione di franchi. Se a ciò aggiungiamo dei risparmi propri e del capitale di previdenza, ci si accorge come il limite dei due milioni venga comodamente raggiunto e superato. Ne risulta quindi che, contrariamente alla tesi degli iniziativisti, la nuova tassa nazionale sulle successioni colpirebbe di fatto il ceto medio.

Secondo le normative vigenti, le imposte sulle successioni e sulle donazioni competono ai Cantoni. Gli stessi provvedono già attualmente al prelievo di simili tasse. Nel corso di questi ultimi anni, con buona ragione, molti di essi hanno però abolito l’imposta di successione e di donazione per coppie sposate ed eredi diretti. Ciò in funzione del fatto che, spesso e volentieri, chi eredita è costretto a vendere quanto ricevuto per poter saldare il debito con l’erario. Detto in altre parole, un erede diretto viene praticamente impossibilitato ad entrare in possesso di quanto ricevuto. Ripristinando una tassazione sulle successioni e sulle donazioni non si fa altro che aggravare questa problematica.

Un’ulteriore anomalia è rappresentata dal fatto che, secondo l’iniziativa, le imposte cantonali sulle successione e sulle donazioni decadono solamente dal 1. gennaio del secondo anno dopo l’accettazione dell’iniziativa. In pratica, considerato il carattere retroattivo dell’imposta sulle donazioni, l’accettazione dell’iniziativa comporterebbe che, per tutto il periodo retroattivo, le donazioni sarebbero sottoposte all’imposta cantonale vigente più alla nuova tassa nazionale sulle donazioni.

È bene non lasciarsi fuorviare da un’iniziativa che, nascondendosi dietro buone intenzioni, risulterebbe invece molto più dannosa di quanto si voglia far credere. L’introduzione dell’imposta nazionale sulle successioni e sulle donazioni va pertanto respinta con fermezza.

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