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Soglio: la soglia del paradiso o un museo?

2 febbraio 2015 8 commenti

//riceviamo e pubblichiamo\\
Esperienze di alcuni giovani alla ricerca di una casa. L’altra faccia della medaglia.

In occasione dell’assegnazione del prestigioso premio Wakker 2015 alla valle Bregaglia, ci sembra il caso di fare alcune considerazioni e di mettere in evidenza anche l’altra faccia della medaglia, analizzando in modo pragmatico la situazione reale di alcuni dei nostri paesi e della nostra valle, che a volte sembra più un museo costruito ad hoc per gratificare e compiacere i nostri turisti (naturalmente importantissimi) e abitanti di residenze secondarie trascurando chi, in questa valle, vorrebbe mettere radici ma non dispone di un budget illimitato.

Alcune giovani coppie di Soglio, paese bregagliotto quasi simbolico, vittima del suo stesso successo e della sua immagine idilliaca che ha sempre attirato abbienti cacciatori di seconde abitazioni da tutto il mondo, hanno deciso di rendere note le loro esperienze nell’intento di aprire gli occhi di fronte a certi fatti sottovalutati. Forse un giorno i “nuovi” abitanti di Soglio, quelli che spinti anche dalle peculiarità culturali e folcloristiche di questo paese hanno deciso di comprare o costruire una casa secondaria qui, si renderanno conto che molte delle cose che li affascinavano del nostro paese, inclusi gli abitanti del posto, non ci sono più, in parte a causa loro, e in parte a causa di chi ha venduto loro degli immobili o dei terreni senza dare la precedenza alle nuove famiglie. Il numero di abitanti occasionali è aumentato e il fenomeno sembra peggiorare col passare degli anni, pur essendoci la nuova legge sulle abitazioni secondarie a frenare  in parte questo processo.

È paradossale l’opinione e il pregiudizio di molti (spesso anziani) che accreditano la colpa dello spopolamento dei villaggi di montagna agli stessi giovani, accusandoli di preferire case nuove e moderne fuori dal nucleo o ancor peggio di trasferirsi in città portando così alla diminuzione delle famiglie. Su alcune riviste si possono leggere articoli i quali spiegano che bisognerebbe far capire ai giovani l’importanza di tornare ad abitare le vecchie case nei nuclei dei paesi alpini, ebbene la “sorpresa” è che se molte coppie non hanno potuto comprare o ristrutturare una proprietà nel paese, la colpa spesso si può attribuire ad alcune di queste stesse persone moraliste che non vedono di buon occhio lo spopolamento ma (quando vengono interpellate personalmente) non sono disposte a vendere o ad affittare i loro immobili a potenziali nuovi abitanti.

La prima testimonianza riguarda una coppia di giovani che, per potersi trasferire definitivamente a Soglio, si mette alla ricerca di una casa o stalla da ristrutturare. Dopo le prime inutili ricerche su internet i due iniziano a fare delle telefonate e spedire delle e-mail. Purtroppo molte delle case in vendita hanno dei prezzi che sembrano usciti dai cataloghi delle agenzie immobiliari engadinesi: si tratta perlopiù di umili case dalle origini contadine, alcune non si possono nemmeno considerare perchè troppo piccole, buie o scomode per viverci tutto l’anno, quasi tutte necessitano di importanti interventi edilizi, non sono isolate, senza un impianto elettrico funzionante e forse senza neanche un cortile, un parcheggio o  un bagno, ma costano molto più di quello che una normale famiglia bregagliotta può o vuole spendere per un immobile del genere. Figuriamoci poi quanto verrebbero a costare il tetto nuovo, le finestre isolate, il riscaldamento funzionante e tutto il resto! Dopo queste constatazioni scoraggianti i giovani rinunciano agli immobili ufficialmente in vendita e cambiano strategia (le cifre per l’acquisto e la ristrutturazione supererebbero nella maggior parte dei casi di gran lunga le possibilità finanziarie di giovani famiglie). Spesso  poi questi edifici vengono acquistati da persone che se li possono permettere senza badare a spese, compiendo delle belle e costose opere di ristrutturazione e conservazione. Alcune volte sono pensionati, persone che trascorrono le loro vacanze a Soglio o forestieri che si godono il panorama poche volte l’anno, mandando i figli a scuola altrove, facendo la spesa altrove e lasciando la loro bella casa di vacanza vuota per quasi tutto l’anno.

Un’altra esperienza fatta da una seconda coppia è quella di chiedere direttamente ai proprietari di stalle inutilizzate o case disabitate. Molte case e stalle nel nucleo sono infatti vuote, a volte sono utilizzate come deposito o legnaia, alte volte hanno finestre rotte o persiane chiuse da anni. I due giovani si informano qua e la, ma molti edifici appartengono a più persone (eredità…) che non riescono a decidere cosa farne. Altre stalle, seppur inutilizzate, non vengono vendute per motivi sconosciuti, per altre risposte i due attendono più settimane, altre volte persino diversi mesi. In più di un caso purtroppo le case appartengono a dei parenti lontani, pronipoti o cugini di terzo grado che non si vedono o sentono da parecchio tempo, difficilmente rintracciabili.

Quando la coppia ha la possibilità di parlare direttamente con i proprietari ci sono quelli che, pur ammettendo di possedere più di una casa e/o numerose stalle in zona e di non avere parenti stretti, evitano il discorso vendita e cambiano argomento. “Che ci pensino i miei eredi quando non ci sarò più” dice una. “Preferisco tenerla lì (la stalla) che non si sa mai… Fra qualche anno…” spiega un altro pensionato (senza figli interessati), oppure “Non so, non me la sento” e “meglio vuota che ristrutturata come si fa al giorno d’oggi!”, “La cifra che mi offri è troppo bassa!” o “No, me l’hanno già chiesto ma non posso/voglio” oppure “Ho dei parenti a Zurigo e chissà, un giorno forse…” , “No perchè la usa il mio pronipote per le vacanze di Pasqua”. Le risposte sono molteplici, a volte sensate e atre volte discutibili, ma tutte (a meno che non si offrano parecchi soldi) negative. Ciò che più fa riflettere è che alcune di queste persone che avrebbero la possibilità di affittare un appartamento almeno annualmente ad una famiglia del posto, preferiscono i turisti settimanali o le loro case disabitate per gran parte dell’anno. Questi proprietari sono proprio alcuni dei nostalgici che si lamentano delle finestre buie, dei camini spenti e delle piazze vuote ma che poi accantonano la nostalgia quando compare il primo “furést” determinato a prendersi la vecchia casetta o stalla in cambio di un bel gruzzoletto.

Dov’è la coerenza? Dove sta la logica? Come pretendere di voler vedere nuove famiglie se poi si prediligono unicamente i propri interessi personali o non si è disposti in prima persona ad agevolare o a fare dei piccoli sacrifici per favorire la crescita demografica e la vita nel centro del villaggio? Questo non vuol dire che le generazioni più “mature” o i proprietari di case di vacanza debbano regalare ai giovani le loro abitazioni, rinunciare a stalle utilizzate o vendere tutti i loro averi, ma rendersi almeno conto che si potrebbe fare di più, che sta anche a loro scegliere se contribuire a mantenere Soglio o altri paeselli di montagna luoghi interessanti non solo per i turisti che vengono a fotografare il paesaggio, bensì anche per le persone cresciute in valle e che desidererebbero mettere radici nel loro paese d’origine. Spesso una sola famiglia o due farebbero la differenza, eppure davanti ai mille “no” e ai mille “forse” è logico che queste famiglie decidano di orientarsi presto altrove, è un vero peccato lasciar “scappare” questi potenziali nuovi abitanti.

Una terza esperienza è fatta da altri due giovani in cerca di una casa da comprare o costruire. Ebbene, indovinato! Terreno edificabile comunale? A quanto pare inesistente. Terreno edificabile privato? C’è, ma anche qui la storia non è semplice: o i proprietari non sono disposti a vendere (per principio, mai e poi mai!) o il terreno è promesso ad altri (da decenni) o il prezzo è lontano dalla loro portata e quindi pure il sogno di fabbricare un nido proprio svanisce tristemente.

Riassumendo: una coppia ha rinunciato all’idea di ristrutturare in paese e intraprenderà il cammino verso la costruzione di un nuovo edificio fuori dal nucleo su un terreno di proprietà famigliare. Sembra impossibile ma a questo punto una casa nuova unifamiliare sembra più accessibile anche economicamente di un’ umile casetta buia da comprare e ristrutturare. La seconda coppia è ancora alla ricerca di una possibilità e in attesa di risposte, mentre l’ultima coppia purtroppo ha rinunciato, trasferendosi fuori valle, contribuendo involontariamente al tanto discusso calo demografico. Questi sono solo alcuni degli esempi di giovani che hanno cercato di ripopolare i nostri piccoli villaggi, tre potenziali nuove famiglie nel nucleo. Quindi smettiamola di considerare i giovani e la mancanza di posti di lavoro uniche cause dello spopolamento, rendiamoci conto che per vivere e crescere dei figli serve anche un tetto sopra la testa ad un prezzo abbordabile! Non vogliamo che la Bregaglia diventi ben presto un museo aperto da maggio a ottobre o un asilo per pensionati e milionari, solo per mancanza di altruismo e lungimiranza. Sono anche e soprattutto i residenti a dare vita e futuro a un paese!

Elisa Nunzi

Attualmente ci sono 8 commenti

  1. Carlo scrive:

    Il premio secondo me e’ una bella soddisfazione perche’ si e’ lavorato bene questi anni ma non bisognerebbe esagerare . Noto che stiamo diventando sempre piu’ un museo vivente per la felicita’ dei turisti ma a volte non conciliabili con la vita moderna . Mi sembra che non siamo piu’ padroni del nostro territorio , ma come detto e’ un’ impressione.
    Carlo

  2. Davide Fogliada scrive:

    Al momento mi trovo a Hong Kong e qui la gente dimostra in strada per via dei prezzi esorbitanti dei terreni/affitti/case. Sembra una follia ma Hong Kong e Soglio hanno qualcosa in comune.

    Auguri alla nostra bella valle. Ogni volta che arrivo in un nuovo posto durante il viaggio che sto intraprendendo, più apprezzo il paradiso nel quale viviamo. Sono felice di poter festeggiare e partecipare alla cerimonia del 22 agosto 2015.

    Se qualcuno ne volesse sapere di più di questo mio giro del mondo, non esitate a visitare il “blog” di viaggio: https://blogs.statravel.ch/davides-round-the-world-trip

    Saluti a tutti
    Davide Fogliada

  3. Luca Giacometti scrive:

    Piccola precisione per la signora Patrizia Guggenheim:
    Misà che i promotori del prestigioso premio non sono stati a Isola durante gli ultimi anni. Avranno pensato che la Pregaglia inizia da Maloja in giù. Baraccopoli agricole senza permessi animali allo sbaraglio(con l’immobilità del comune), rinomati Naturschützer che hanno fiutato il profumo degli affari e numerose stalle completamente sfigurate e trasformate in ville con tanto di gigantesche finestre, ecc.. Vedere per credere.
    Comunque complimenti per il premio, con la speranza che il tutto porti un beneficio a tutta la valle.
    Saluti

    Luca Giacometti

  4. Elisa scrive:

    Queste righe non sono state scritte per mettere in discussione il premio Wakker, anzi! Penso ne siano tutti orgogliosi. Chiaramente é meritato e la bellezza dei nostri posti é stata pure descritta nell’articolo. Questo testo vuole essere più che altro un modo per far riettere la gente sull’importanza delle famiglie e dei giovani che decidono di tornare qui, può essere Soglio ma dalle testimonianze che ho ricevuto il problema é presente un pò ovunque! Chiaramente con tanta pazienza e un pò di fortuna alcuni ce l’hanno fatta (come ha scritto Thomas), speriamo che pure gli altri possano tener duro e non perdere troppo in fretta la speranza! Naturalmente non si cambieranno le cose, le situazioni e le mentalità con quattro righe, ma tentar non nuoce; e se non altro, alcuni ci penseranno due volte prima di dare l’ intera colpa dello spopolamento ai giovani.

    Elisa Nunzi

  5. Patrizia Guggenheim scrive:

    Il premio Wakker è stato conferito al nostro comune per incitarlo a mantenerne la sua bellezza. Esso va in primo luogo alla popolazione, agli architetti e politici della valle Bregaglia, da Isola a Castasegna. In particolare a coloro che hanno contribuito a mantenere vivi i vecchi nuclei e si sono impegnati a ristrutturare in modo sensibile vecchi edifici e stalle, ma anche a coloro che hanno edificando nuove case e nuove strutture cercando di mantenere il carattere della nostra valle e dei nostri paesi. Il premio non auspica un comune museo, ma un comune che rispetta il territorio e la sua cultura in modo innovativo e creativo, e che cerca di evolverlo e mantenerlo vivo.

    I problemi della nostra valle sono sicuramente molti, e se a Soglio non vi sono possibilità di alloggio non e sicuramente colpa del premio. Trovare una casa non e facile, ma la valle e grande e al momento vi sono diverse opportunità sul mercato.

    Patrizia Guggenheim

    • Elena Giacometti scrive:

      Io non ho interpretato questo articolo come una critica al premio Wakker, ma come un semplice invito alla riflessione scaturito dall’assegnazione di questo premio che da un lato ci ha sicuramente lusingati, ma che dall’altro deve portarci a riflettere tutti sulla situazione reale che si nasconde dietro ai nostri bei paeselli. Se a Soglio non ci sono possibilità di alloggio non è sicuramente colpa del premio ma questo nessuno lo ha messo in dubbio, anzi, i fattori responsabili credo siano stati elencati abbastanza chiaramente. Invitare queste famiglie evidentemente legate a questo paese a rivolgersi ad un altra località della valle quando è Soglio il paese in cui hanno scelto di vivere per una serie di motivi è l’ennesima dimostrazione che invece di vedere e cercare delle soluzioni al problema si pensa di (non) risolverlo in modo un pò semplicistico a scapito del paese stesso, e allora è comprensibile che queste persone a volte invece di scendere a compromessi dicano addio a questa valle e si rivolgano altrove. E questo è un peccato ma è successo più di una volta.

      Elena Giacometti

  6. Elena Giacometti scrive:

    Invece secondo me al giorno d’oggi non si può contare sulla pazienza e perseveranza di queste persone, siamo diventati tutti abbastanza flessibili e dinamici, se non ci va bene da una parte ci adattiamo anche in un altro luogo e per evitare seccature rinunciamo a stabilirci in un posto, anche se a malincuore, e questo è un dato di fatto! Secondo me bisogna invece agevolare a tutti i costi le nuove famiglie dal momento che hanno deciso di cercare dimora nei nostri paesi, non pretendere che si arrangino, rischiando di perdere dei preziosi potenziali nuovi residenti, alla fine ne paghiamo poi tutti le conseguenze.

    Elena Giacometti

  7. Thomas Roticcio scrive:

    Leggendo l`articolo mi ricordo quando cercavamoo terreno per costruire la casa per la nostra giovane famiglia, inizio anni 80. Le parcelle dove cera la possibilità di costruire erano assai poche e tutte in proprietà privata. Dopo le prime notizie negative, anzi al inizio erano tutte negative ci siamo concentrati su una parcella dove si intravedeva una piccola possibilità.
    È durato un anno intero per convicere il proprietario a mollarmi la parcella, a dire il vero lo stufato a non finire non lo mai mollato anche se lu diceva che non vendeva dopo un po di tempo ritornavo alla carica e a fine ci siamo accordati e ci a venduto il terreno che poco tempo dopo ci abbiamo costruito la nostra casa.
    La Fortuna ci a sensaltro aiutati ma il fatto di non aver mollato a pure svolto il suo contributo.
    Concio`non mollate subito e non pensate che sia facile, se una cosa si vuole con un po di copromessi e un po tira di qui e tira di là e un buon fiato lungo, quasi sempre si arriva a
    a una conclusione accettabile.

    Thomas Zimmermann

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