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Giornata cantonale degli archivi

30 gennaio 2015

Si è svolta a Samedan lo scorso 16 gennaio una giornata degli archivi culturali, organizzata da «Musei Grigioni», l’associazione che raccoglie tutte le strutture museali del Cantone. Coinvolta in prima persona Dora Lardelli, in qualità di direttrice dell’Archivio culturale dell’Engadina alta. Presente anche Gian Andrea Walther, responsabile dell’Archivio storico della Bregaglia.

Articolo tratto dall’ultimo numero del settimanale Il Grigione Italiano.

La riunione aveva lo scopo di far incontrare le persone che rappresentano i diversi archivi, ma non gli archivi comunali o cantonali – quindi non quelli che raccolgono i documenti ufficiali -, bensì tutte quelle strutture, piccole o grandi, spesso private, nelle quali confluiscono materiali di ogni tipo, che sotto diversi aspetti rappresentano la cultura locale.

Un ruolo importante, nel convegno a Samedan lo scorso 16 gennaio, è stato dato all’Archivio culturale dell’Engadina alta, diretto dalla bregagliotta Dora Lardelli: «Si è trattato di un primo incontro degli archivi culturali, nel quale è stata consolidata l’idea di collaborazione fra musei e archivi. Sono stati evidenziati anche i problemi, dovuti al fatto che l’archivio culturale non è abituale: siamo più abituati agli archivi comunali e cantonali».

Oltre alle relazioni e alle discussioni, la giornata prevedeva anche due visite guidate: una proprio nell’Archivio diretto da Dora Lardelli, l’altra nel centro di documentazione di St. Moritz.

«È stato davvero interessante – afferma Gian Andrea Walther, responsabile dell’Archivio storico della Bregaglia – sia visitare questi luoghi sia ascoltare gli altri. Per esempio, si è discusso su quale sia la struttura migliore per gestire un archivio e i più propendevano per l’associazione, più dinamica e aperta di una fondazione».

In Bregaglia l’Archivio storico (che si chiama storico ma potrebbe, alla luce dei concetti emersi dal convegno, chiamarsi anch’esso culturale) è di proprietà proprio di un’associazione, la Società culturale di Bregaglia. E ha il privilegio, rispetto ad altri, di poter usufruire di ampi spazi, ovvero i locali del Palazzo Castelmur, che è di proprietà comunale.

Come funziona un archivio culturale? «Di fronte al materiale offerto da un privato – spiega Gian Andrea Walther – ci domandiamo innanzitutto se sia importante, quindi se sia da conservare oppure no. E ci sono dei criteri da seguire. Per prima cosa, lo ritiriamo, poi con calma lo passiamo in rassegna. Prendiamo il caso di giornali e riviste: se sono già conservati altrove, per esempio nella biblioteca cantonale, non li teniamo. Ma se si tratta di periodici locali, non presenti in altri archivi, allora li cataloghiamo e li conserviamo noi».

Dora Lardelli sottolinea la differenza di catalogazione che ci può essere. Alcuni archivi, come quello dell’Engadina alta e della Bregaglia, conservano i materiali secondo i lasciti o le donazioni. Quindi oggetti diversi vengono tenuti insieme perché hanno la stessa provenienza. È lo stesso criterio seguito dall’Archivio di Stato (all’incontro era presente anche il suo direttore, Reto Weiss). Invece altrove i documenti vengono conservati con i documenti, i libri con i libri eccetera.

Un capitolo importante sono le fotografie, che oggi vengono man mano digitalizzate.

In conclusione, sia Lardelli sia Walther sottolineano un concetto emerso dal convegno: in un archivio non bisogna catalogare e nascondere, ma divulgare, organizzare giornate di porte aperte e mostre, perché alla gente piace avvicinarsi a questo patrimonio culturale che le appartiene.

Silvia Rutigliano

Satira di Bregaglia

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Per sorridere un po’.