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Vita di Gran Consiglio

8 novembre 2013 Nessun commento

Per gentile concessione di Il Grigione Italiano, pubblichiamo l’intervista al deputato bregagliotto Maurizio Michael, apparsa sul numero del settimanale uscito ieri. Tema della conversazione: il discorso del presidente del Gran Consiglio all’apertura della sessione di ottobre.

Ogni sessione parlamentare inizia con un’allocuzione presidenziale e nella sessione di ottobre il neoeletto Hans Peter Michel ha tenuto il suo primo discorso. Ex sindaco di Davos, contadino, con un master in Scienze dei comportamenti sociali, appartiene al partito liberale. Sul suo discorso di apertura si sofferma il granconsigliere bregagliotto, che vi ha ravvisato una sostanziosa riflessione politica.

Che cosa ha detto di così importante il nuovo presidente del Gran Consiglio?

Hans Peter Michel ha toccato temi attuali, che sempre più spesso vengono discussi dalla stampa e dai partiti. Di fatto ha discusso di come funziona il nostro sistema politico. Ha fatto una riflessione che mi è parsa coraggiosa già mentre lo ascoltavo. Ha affrontato i temi della rappresentatività, del ruolo del Gran Consiglio, di cosa significa far politica, di cosa è buona politica. Andando a toccare anche argomenti che oggi sono molto dibattuti e criticati, soprattutto dopo l’ultima votazione del 3 marzo scorso, quando il popolo grigione ha deciso – per la settima volta consecutiva – di non adottare un sistema proporzionale di voto per l’elezione del parlamento, ma di rimanere con il sistema maggioritario. Quest’ultimo dà più importanza alla rappresentanza delle regioni, quindi un po’ di tutte le aree del Cantone, rispetto alla rappresentanza dei partiti. Anche se, per correttezza, va detto che le persone che rappresentano le regioni fanno parte anche loro di partiti e tendenzialmente, con l’attuale sistema, c’è una maggiore presenza di partiti di centro, i cosiddetti partiti borghesi (termine che a me non piace), e meno di partiti cosiddetti progressisti – ma che spesso non lo sono più, come i partiti di sinistra o altri partiti che oggi sono in minoranza.

In sintesi, il presidente Michel è andato a verificare come sarebbe la composizione del Gran Consiglio se questo fosse stato eletto con il sistema proporzionale, e ha riconosciuto che non sarebbe come è. Però è andato oltre.

Michel fa un’analisi delle ultime votazioni, in particolare dell’ultimo anno, nel quale si sono svolte tre votazioni popolari importanti che hanno avuto un esito diverso da ciò che il Governo del cantone dei Grigioni e lo stesso Gran Consiglio proponevano. E nella sua analisi emerge il fatto che comunque molto probabilmente anche con un sistema proporzionale, quindi con una rappresentanza diversa in parlamento, il risultato nella sostanza non sarebbe cambiato. E quindi mette implicitamente in discussione anche alcune critiche che oggi vengono poste al sistema di voto maggioritario del nostro cantone. Michel fa in qualsiasi caso un’analisi che può essere definita super partes, da vero presidente del Gran Consiglio, da cittadino che ricopre la carica più alta del cantone. Lui discute del sistema di voto facendo alcuni esempi concreti, ma discute anche della responsabilità – responsabilità dei parlamentari, dei politici in generale e dei partiti – e nel suo discorso in fondo esorta tutti ad agire in modo corretto e quindi a rispettare le decisioni che vengono prese dal popolo. Anche se non piacciono.

Hans Peter Michel ha in sostanza detto, prima di tutto, che le indicazioni che il parlamento ha dato al popolo non sarebbero state diverse se il parlamento fosse stato eletto diversamente, e in secondo luogo che comunque le decisioni del popolo vanno rispettate, ma sul serio, senza tentare raggiri e assumendosi la responsabilità in quanto politici.

Una sconfitta politica è evidentemente una sconfitta, ma va anche presa come uno stimolo, un’indicazione che viene data dal popolo. Quindi Michel critica il comportamento dei partiti sconfitti quando cercano di interferire nel processo di attuazione delle decisioni popolari, ma critica anche la passività e l’inattività degli sconfitti, che fanno gli offesi e non contribuiscono alla messa in atto delle decisioni. Il presidente dice che in fondo facciamo tutti parte di questo sistema politico, quindi dobbiamo tutti contribuire: se il popolo prende una decisione, a maggioranza, tocca ai politici, a tutti i politici, attuare questa decisione nel migliore dei modi e seguendo la volontà emersa dalle urne. È interessante notare come lui definisce le decisioni: afferma che anche il Gran Consiglio può sbagliare e non sempre è giusto ciò che decide la maggioranza, nel senso che non per il fatto che una decisione venga presa a maggioranza essa sia necessariamente giusta.

Dunque è stato un discorso di impostazione generale, di quelli che ti fanno ri-prendere coscienza del ruolo che hai, di dove sei, di cosa stai facendo e della responsabilità che hai nei confronti del popolo che rappresenti.

Sono riflessioni che ritengo abbastanza profonde, che indicano la direzione alla nostra politica, e che condizionano il nostro modo di fare. Queste parole hanno dato senso anche al discorso iniziale del Gran Consiglio, un Gran Consiglio che unisce e non divide, nel senso che cerca di unire idee e proposte. Ci sono diverse posizioni, che a volte si scontrano in modo duro all’interno del Gran Consiglio, ma va anche detto che fra i granconsiglieri e i membri del Governo esiste grande rispetto.

Mi sembra che davvero questo discorso ti abbia colpito e dato nuova energia. Ti sei proprio riconosciuto…

Anche lui, come me, ritiene che il Canton Grigioni abbia un’organizzazione politica che ancora funziona e funziona bene, ma che deve stare molto attenta, deve rendersi conto di cos’è il bene pubblico e di come i vari interessi in qualche modo possono e devono confluire per trovare delle soluzioni. Hans Peter Michel è stato sindaco di Davos, dove ha fatto esperienze internazionali con il Forum economico mondiale, è contadino, ma ha pure svolto degli studi a livello universitario. È una persona molto colta ma al tempo stesso molto pratica, proprio come lo sono i contadini. Ed è molto stimato, anche dalle persone di altro orientamento politico.

Silvia Rutigliano

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