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Un ponte a misura di passaggio pedonale

5 novembre 2013 Nessun commento

Sul ponte che collega Castasegna e Dogana (fraz. di Villa di Chiavenna) sono in corso dei lavori. Si tratta del ripristino del ponte storico, come si presentava all’inizio del secolo scorso.

A metà ottobre sono iniziati i lavori, che da parte svizzera consistevano semplicemente nello sgombero di alcune strutture, ed erano quindi lavori propedeutici. Poi è intervenuta la ditta italiana vincitrice della gara d’appalto (anzi, subentrante dopo il ritiro della prima), la ACCISA SpA di Delebio. La gara aveva coinvolto aziende sia italiane sia svizzere. Ma i lavori sono stati interrotti dopo pochi giorni. La causa è stata la presenza di targhette di confine, che gli operai hanno trovato sul manto stradale, e che prima erano coperte da grossi vasi da fiori. Per concedere i permessi per rimuoverle sono dovuti intervenire due enti: Swisstopo e un istituto militare da parte italiana. Ora le operazioni possono riprendere e dovranno terminare in 100 giorni lavorativi, da contratto.

All’inizio degli anni Duemila, il comune di Castasegna elaborò un Modello di sviluppo sostenibile, che comportava la cura del nucleo, con ripavimentazione della strada e rimessa a nuovo delle facciate, e anche il ripristino del cosiddetto “vecchio ponte” alla situazione originaria. Esso, come si può leggere nel libro Castasegna di Mengia Spreiter, aveva sostituito, nel 1859, un ponte di legno, che si trovava più a monte, sempre sul torrente Lovero. Era il tempo in cui sui territori confinanti dominavano gli austriaci.

Con il tempo aumentò il traffico di veicoli, e anche le loro dimensioni. “Ne conseguì – si legge a pagina 34 – che il ponte in pietra dovette essere allargato a più riprese. La sua sagoma sparì poi sotto la costruzione di una larga carreggiata in calcestruzzo”.

Quando nel 2004 fu aperto il nuovo ponte costruito sulla circonvallazione, sia da parte del Cantone sia da parte italiana si voleva demolire completamente il ponte vecchio, divenuto ormai una frontiera incustodita, ma gli abitanti dei due villaggi confinanti, Castasegna e Dogana (frazione di Villa di Chiavenna), abituati a relazioni quotidiane e scambi di visite, si opposero. Ne nacque una sorta di sodalizio fra i due comuni, anche se nel frattempo fu eretta una barriera metallica per impedire il passaggio. Nel 2009 fu infine aperta almeno una porticina, con le fanfare che suonavano di qua e di là della linea di confine, alla presenza delle autorità svizzere e italiane.

Fu approntato anche un progetto Interreg, “Sulla via dell’acqua, dalla Maira alla Mera”, che non ottenne subito l’approvazione, ma che infine ha portato alla possibilità di ridare al ponte un aspetto adatto, che praticamente è quello che aveva ai tempi in cui non doveva sopportare il traffico motorizzato.

Intanto il ponte non appartiene più agli stati, bensì ai comuni: ad essi è infatti passata la proprietà delle rispettive metà.

Fra tre mesi si dovrebbe poter passare su un bel ponticello in pietra, che ricorderà molto quello costruito dagli austriaci, e che si può vedere nelle vecchie fotografie, anche se avrà degli elementi di modernità. E il villaggio di Castasegna vedrà completato l’ultimo lavoro che era rimasto da realizzare.

Silvia Rutigliano

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