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Tempi duri per gli albergatori vallerani

26 marzo 2013

Non hanno vita facile gli alberghi e i ristoranti in Bregaglia, che stentano a lavorare sulle quattro stagioni. Una conversazione con Aldo Petti, proprietario dell’Albergo Corona a Vicosoprano.

Ci sono alcuni alberghi e ristoranti che d’inverno chiudono, per periodi più o meno lunghi. La clientela è infatti molto scarsa e le spese supererebbero le entrate. Questa è la situazione in Bregaglia (escluso Maloja, s’intende), una regione che conta una quindicina di alberghi-ristoranti, disseminati lungo la valle.

Uno fra i più antichi è l’Albergo Corona a Vicosoprano – un edificio cinquecentesco che si fregia del titolo di monumento storico – dal 1991 proprietà di Aldo Petti. Con quest’ultimo ci siamo intrattenuti per discutere della situazione nel settore. Petti ha notato diversi cambiamenti nel corso degli ultimi decenni. «Quando lavoravo nel ristorante di Casaccia, più di vent’anni fa – racconta a titolo di esempio – ricordo che non si caricava l’IVA sul cliente e questo rendeva i prezzi più bassi. Inoltre, c’era più turismo».

Oggi lavora a Vicosoprano e le cose non vanno molto bene. Il Corona fa parte di quella metà di esercizi che rimangono aperti anche nei mesi invernali, ma Petti è chiaro: «Le entrate d’inverno non bastano a coprire le spese d’esercizio. Non chiudiamo perché abitiamo in valle e saremmo qui in ogni caso. Però – aggiunge – non è lo stesso per i nostri figli: le nuove generazioni stentano a immaginarsi una vita come quella che facciamo noi. È davvero molto impegnativa e poco remunerativa, anzi nemmeno tanto sicura». E si domanda: «Come motivare i giovani?».

Generazioni a confronto: Aldo Petti con il nipotino nella sua cucina.

Aldo Petti individua fra i punti deboli della Bregaglia la sua collocazione fra la più economica Italia e l’Engadina, ricca di attrazioni per i turisti. «Se almeno ci fosse un’agevolazione – considera – sui trasporti… L’Engadin Bus fa le corse gratuite per chi ha una carta giornaliera per sciare. Se si prolungasse l’offerta alla bassa Val Bregaglia, consentendo il viaggio gratis anche sugli autopostali, forse qualche turista deciderebbe di soggiornare qui e andare a sciare su».

Ma ci sono anche altre misure che potrebbero aiutare il settore in difficoltà. «Fra acqua, rifiuti, corrente elettrica e tasse di soggiorno – fa notare Petti – oggi consegniamo parecchi soldi al Comune. Una riduzione di queste tasse potrebbe invece aiutarci molto». «I nostri prezzi – aggiunge – non possono aumentare, devono rimanere competitivi. Quello che dovrebbe aumentare è il numero dei clienti, e su questo punto devo dire che l’Ufficio turistico si sta impegnando molto», conclude.

La redazione sarà lieta di ricevere altri pareri sul tema, da parte di albergatori e non solo.

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