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Crisi Frisia, salta l’incontro con prefetto e imprenditore

21 febbraio 2013 Nessun commento

Il tavolo istituzionale sulla crisi della Frisia programmato per la mattina del 20 febbraio non si è tenuto. È stato rimandato a data da destinarsi con un fax che è giunto al municipio di Piuro dalla Prefettura di Sondrio.

Ora si cerca di capire quali sono le garanzie che l’imprenditore ticinese candidato al ruolo di acquirente è in grado di offrire, sia sul piano finanziario, sia a livello di progettualità.

Da due settimane i lavoratori erano in attesa dell’incontro in municipio fra il nuovo proprietario – un ticinese di sessant’anni di cui fino a questo momento non è stato rivelato il nome -, i rappresentanti delle istituzioni, i sindacalisti di Cgil e Cisl e le istituzioni, ma per ora non ci sarà la riunione. La notizia è arrivata ieri ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali dal primo cittadino di Piuro Paolo Lisignoli.

Nella giornata di ieri il sindaco non è stato reperibile e non è stato possibile avere da lui spiegazioni e valutazioni sull’accaduto, ma non manca il commento dei sindacalisti che seguono la vicenda.

«Eravamo ormai pronti a incontrare il probabile acquirente di Frisia – sottolinea Vittorio Boscacci, il sindacalista che ha seguito la vicenda con la collega della Cisl Danila Barri -. Proprio ieri abbiamo saputo che la Prefettura ha deciso di rimandare questo appuntamento per analizzare con la giusta calma tutti gli aspetti e prendere in mano la gestione del tavolo. Questa scelta ci lascia fiduciosi, anche se da un lato ci sarebbe piaciuto chiudere in tempi brevi questa fase estremamente complicata per i lavoratori». «Osserviamo che c’è la massima attenzione nei confronti della persona e dei capitali che arriveranno dal Ticino verso Frisia e apprezziamo la scelta della Prefettura, perché la decisione di posticipare l’incontro è garanzia di serietà e sicurezza sia sul fronte della legalità, sia per il futuro dell’impresa e dei dipendenti» ha concluso il sindacalista, commentando la situazione.

Per i diciassette dipendenti dello stabilimento di acque minerali di Santa Croce questo ritardo rappresenta un’ampia garanzia di serietà a 360 gradi, ma da un altro punto di vista costituisce un ulteriore allungamento dei tempi necessari per arrivare a una soluzione. Dall’inizio del mese di febbraio c’è l’accordo per dodici mesi di cassa integrazione straordinaria e in questi giorni si stanno risolvendo le questioni legate alla riscossione degli anticipi, sulla base dell’accordo stipulato la scorsa settimana dall’Amministrazione provinciale con le banche locali.

Ora al centro dell’attenzione c’è anche il recupero degli stipendi dello scorso autunno. Non sono stati percepiti dai dipendenti – nonostante un accordo con l’azienda guidata da Franco Capanna che aveva fatto ben sperare – e ora è fondamentale il recupero di queste risorse.

di Stefano Barbusca
Leggi: www.laprovinciadisondrio.it


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