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Aggregazione comunale = licenziamento?

31 agosto 2012 2 commenti

Sull’ultimo numero del Grigione Italiano è apparso un articolo che affronta un tema scottante. Lo riproponiamo ai lettori del nostro sito, invitandoli a lasciare i propri commenti.

La notizia che a una delle tre insegnanti della scuola dell’infanzia di valle non era stato rinnovato il contratto di lavoro si era sparsa già nel marzo scorso e aveva lasciato increduli e attoniti non pochi cittadini. Nell’ambito dell’unificazione delle due sedi finora esistenti in valle (Castasegna e Vicosoprano), unificazione peraltro prevista dalla convenzione d’aggregazione dei comuni, ma a più riprese posticipata a causa della mancanza di una sede sufficientemente grande e pertanto idonea ad accogliere tutti i bambini, il consiglio scolastico di valle, con motivazioni di ordine pedagogico e organizzativo, aveva infatti deciso di non più suddividere l’impiego complessivo (circa 170%) su tre insegnanti come finora (tutte operavano finora a tempo parziale), ma su due sole. Mentre quindi due delle insegnanti si vedevano aumentata, in parte anche in modo importante, la percentuale d’impiego, alla terza, la quale, nota bene, insegna presso le scuole dell’infanzia in valle da ben venticinque (!) anni, veniva negata la riassunzione. Cito da una lettera del consiglio scolastico del 6 aprile 2012: “La decisione di nominare solo due insegnanti, nonostante la percentuale lavorativa sia rimasta invariata, è stata presa per evitare ai bambini di avere troppe persone di riferimento e per facilitare l’organizzazione, la collaborazione e la suddivisione dei gruppi”.

Numerosi cittadini, a titolo personale o come cofirmatari (più di ottanta) di una petizione indirizzata al Municipio, hanno esternato il proprio disappunto per la decisione presa e al contempo esortato le autorità comunali – consiglio scolastico in primis – a ritornare sui loro passi, rimediando così a questa decisione infelice nonché ingiusta e discriminatoria nei confronti della dipendente. Purtroppo, l’autorità scolastica non ha ritenuto necessario riconsiderare la decisione presa e da parte del Municipio è giunta solo la scarna costatazione di non potere interferire sull’operato del consiglio scolastico.

Da cittadino e al contempo dipendente del Comune di Bregaglia esprimo innanzi tutto la mia solidarietà nei confronti dell’insegnante allontanata, ma anche il mio sconcerto per quanto accaduto. Ho il massimo rispetto per il lavoro che le autorità comunali quotidianamente svolgono. Anche nell’ambito della scuola le sfide che l’evoluzione demografica e le esigenze della società moderna impongono sono molteplici. Evidentemente, le decisioni e i provvedimenti delle autorità politiche non possono sempre fare l’unanimità dei consensi. Da cittadino democratico accetto e soprattutto rispetto le opinioni e le decisioni che non condivido.

I licenziamenti, tuttavia, sono ben altra cosa! Diversamente dalle decisioni politiche questi provvedimenti si adottano sempre e soltanto in funzione di motivi importanti e di argomentazioni oggettive. In queste situazioni anche la più democratica delle decisioni non è legittimata, se non fonda sui principi di correttezza, lealtà e responsabilità sociale. È una questione di giustizia, non di politica!

Nel caso specifico, francamente, le premesse per una soluzione che considerasse tutte le tre insegnanti, come finora, c’erano. Per contro non c’erano motivi impellenti per rompere il rapporto di lavoro con una di loro. Le argomentazioni di ordine pedagogico, organizzativo e di programmazione scolastica, vere o presunte che siano, non sono sufficienti per giustificare un provvedimento tanto drastico quanto la rottura di un rapporto di lavoro che durava da ben venticinque anni. L’impegno e la dedizione dimostrati dalla dipendente nei confronti della nostra scuola meritavano evidentemente maggior considerazione e più rispetto. Per questo ritengo che questo licenziamento, o mancata riassunzione che dir si voglia, sia stato decretato con argomenti pretestuosi e in modo arbitrario!

Resta solo da augurarsi che in futuro le autorità non permettano, fra reticenze e indifferenze, il ripetersi di decisioni analoghe e che altri dipendenti non abbiano a subire la sorte toccata alla sfortunata insegnante. Le nuove autorità comunali (le elezioni comunali per il triennio 2013- 2015 sono ormai alle porte) da questa brutta storia dovrebbero trarne i dovuti insegnamenti.

Simili episodi nuocciono all’immagine del comune e al contempo intaccano il rapporto di fiducia fra le autorità comunali e il cittadino. Non è certamente questo che volevamo dall’aggregazione dei comuni.

Reto Ganzoni, Castasegna

Attualmente ci sono 2 commenti

  1. m.juvet scrive:

    Complimenti e sopratutto tante grazie a Reto Ganzoni per l’articolo che sottoscrivo pienamente anche io.

    Riprendo il più importante :
    « Resta solo da augurarsi che in futuro le autorità non permettano il ripetersi di decisioni analoghe. Le nuove autorità comunali* (le elezioni comunali per il triennio 2013- 2015 sono ormai alle porte) da questa brutta storia dovrebbero trarne i dovuti insegnamenti.
    Simili episodi nuocciono all’immagine del comune e al contempo intaccano il rapporto di fiducia fra le autorità comunali e il cittadino. Non è certamente questo che volevamo dall’aggregazione dei comuni. »

    Una domanda: dove sono i *candidati di sostituzione ?

    E non dimenticare per favore: nello stesso tempo l’orario della scolina bilingue di Maloja/Maloggia è stato ridotto dal cento all’ottanta percento settimanale. L’insegnante di Maloja/Maloggia è stata mandata a Vicosoprano per 20%…

    Marc Juvet

  2. lorenzoalberto scrive:

    Complimenti a Reto Ganzoni per l’articolo che sottoscrivo pienamente. La non riassunzione, dopo 25 anni di collaborazione, è un metodo di interrompere la relazione di lavoro che denota una scarsa capacità politica ( nel senso della’ polis’) di gestire il ruolo di rappresentante di un’autorità pubblica.
    Sono metodi che sono stati usati più volte nel passato in Bregaglia e sinceramente lasciano l’amaro in bocca. Chissà quando questi personaggi impareranno ad avere più coraggio civile e dire pane al pane e vino al vino? Alla docente tutta la mia solidarietà!

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