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Una figlia, una madre e un padre

4 aprile 2022

A distanza di un mese dall’invasione da parte della Russia in Ucraina mercoledì 23 marzo una coppia assieme ad una delle due figlie sono arrivati in Bregaglia. Ora sono più tranquilli.



Nikolay, il padre, Natasha e Alesya rispettivamente madre e figlia sono stati accolti a Spino presso l’abitazione di Reto e Annemieke. Loro ora hanno uno status di rifugiati di guerra, perché l’invasione da parte della Russia è una vera e propria guerra, anche se una parte della popolazione sia russa che bielorussa non crede che sia così.

Annemieke si era resa disponibile all’accoglienza, e tramite conoscenze in comune Nikolay, Natasha e Alesya, dopo aver passato 5 giorni presso l’abitazione di una loro connazionale a St. Moritz, sono arrivati in valle.

Nikolay è un insegnante di musica, ma anche un autista in pensione, mentre la moglie Natasha è una maestra elementare anche lei in pensione nata in Bielorussia. È ancora incredula quando racconta di aver scritto un lungo post, una lettera su Facebook, e i suoi contatti in Bielorussia le rispondono che non è vero che c’è la guerra.

Anche parlando al telefono con i suoi parenti e amici la risposta è sempre negativa. Nikolay e Natasha conoscono già un clima di ostilità, perché la loro casa nel Donbass è stata distrutta, tempo fa, dai bombardamenti. Sono andati a vivere a Kharkov, una città di 3 milioni d’abitanti, con la loro figlia Alesya.

E non si aspettavano che Putin potesse scatenare la guerra in questo modo perché tra Kharkov in Ucraina e Bielgorod in Russia c’erano rapporti di amicizia, due città confinanti come possono essere Castasegna e Villa di Chiavenna, magari più piccole, ma luoghi di confine dove per lo più nell’animo delle persone, che abitano qui luoghi, non è ben chiaro dove finisce uno stato e dove ne inizia un altro.

Alesya ha dovuto lasciare in Ucraina il figlio di 25 anni e il marito che stanno combattendo. Anche lei è maestra, ha studiato danza e pianoforte. Ha studiato nuovi metodi di insegnamento per la musica e la ritmica lavorando con bambini dell’asilo e delle primarie. Durante i primi giorni della guerra Alesya e il direttore della scuola si sono alternati nel lavoro. Alesya ha lavorato fino al giorno prima della fuga

Nessuno si aspettava una cosa del genere, il figlio di Alesya, che lavora come cuoco, aveva chiesto se avesse dovuto tornare in servizio, era militare, e la risposta è stata che non c’era nessuna necessità. Ora invece si vedono tanti uomini con la mimetica e una fascia gialla al braccio, loro, quei soldati, sono volontari o soldati richiamati in servizio.

Nikolay, Natasha e Alesya si sono ritrovati chiusi tra due pareti, tra il bagno e la cucina, durante un bombardamento. La metropolitana è lontana dalla loro casa e non avevano uno scantinato dove andare. Hanno sentito le bombe cadere e loro non potevano scappare dall’appartamento. Così il marito di Alesya ha insistito perché scappassero. Il viaggio fino a Budapest è stato faticoso e tremendamente lungo, circa 60 ore, ma dopo è andato tutto liscio fino ad arrivare a St. Moritz.

La sorella di Alesya con le sue due figlie è scappata in Slovenia, dove Anastasia di 12 e Julia di 23 anni hanno preso parte al progetto «Music for the Future» un’orchestra formata da ragazzi e giovani dai 10 ai 23 anni tutti proveniente dall’Ucraina.
Alesya con l’aiuto di una traduzione simultanea sarà ospite delle scuole di Stampa e potrà raccontare come la vita normale di persone normali viene stravolta da chi normale non è.

In Bregaglia si trovano bene presso l’abitazione di Annemieke e Reto e ringraziano molto tutte le persone che li hanno aiutati.

Nel video come gli ucraini cercano di proteggere con sacchi bianchi pieni di sabbia il monumento simbolo della città di Kharkov.

Paolo Pollio

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