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Vita di Gran Consiglio

24 giugno 2021

//tratto da Il Grigione Italiano\\
La sessione di giugno è dedicata ai rendiconti e quest’anno non ha fatto eccezione, ma i temi più discussi sono stati altri. Intervista al deputato bregagliotto Maurizio Michael, a cura di Silvia Rutigliano.

Ancora una volta vi siete incontrati a Davos e non a Coira nella sala del Gran Consiglio. Vi state ormai abituando?
Abbastanza. Dopo dicembre, febbraio e aprile, questa era la prima volta in cui però i ristoranti e gli alberghi non erano tutti chiusi (a causa della pandemia), ma solo parzialmente in quanto fuori stagione. La sala che utilizziamo è bella ma forse troppo spaziosa, e quindi più difficile da gestire da parte di chi dirige l’assemblea, dato che le distanze fra le persone sono molto grandi. A Coira siamo più scomodi, ma si vedono meglio le espressioni delle persone, lo sguardo, insomma il linguaggio del corpo. Questo manca un po’.

Giugno: è il momento di fare i conti! Come sta messo il Cantone?
I conti 2020 chiudono ancora in positivo, anche se nei prossimi anni qualche contraccolpo ci sarà.
All’interno del rapporto di gestione, il «librone», c’è una parte con il controllo degli obiettivi annuali del Governo e questo oggetto l’ho introdotto e presentato io in quanto presidente della Commissione strategica e di politica statale. Ci sono state domande e considerazioni – che, lo ricordo, vengono indirizzate direttamente al Governo – ma tutto è stato abbastanza tranquillo.

Com’è possibile, «tutto tranquillo»? Durante l’anno si è sentito parlare tutti i giorni di problemi per l’economia, di aiuti alle imprese, di indennità di lavoro ridotto…
Certamente la pandemia ha influito sulle casse cantonali, ma a livello contabile i suoi effetti si sentiranno in futuro. Infatti i soldi spesi per il sostegno escono pian piano in base ai bisogni, e non sono tanti. Mentre la pandemia inciderà sulle entrate, a partire dall’anno prossimo e poi avanti, quando le imprese non verseranno le loro imposte a causa dei mancati guadagni. Inoltre ha influito positivamente sui conti cantonali il fatto che la Banca nazionale – e questo è stato indipendente dalla pandemia – ha versato il doppio di quello che ci si aspettava.

Un tema scottante che ora è giunto a conclusione è quello degli appalti, ossia del cartello di imprese che operava in Engadina Bassa, che si mettevano d’accordo sui prezzi nel settore della costruzione delle strade. La Commissione parlamentare di inchiesta (Cpi) ha presentato ai media le sue conclusioni ancora prima della vostra sessione.
La Cpi ha presentato al pubblico i risultati finali del suo lavoro. E a noi in Parlamento ha presentato il suo secondo rapporto. Il primo riguardava l’intervento della Polizia cantonale nei confronti dell’impresario Adam Quadroni, mentre questo secondo riguardava il cartello e la ricerca di eventuali responsabilità dell’amministrazione cantonale – parliamo in sostanza dell’Ufficio tecnico – nella gestione della situazione del cartello. C’è poi anche l’aspetto giuridico.
Dal lavoro molto approfondito che è stato fatto – la Commissione ci ha messo veramente un enorme impegno – risulta che in nessun caso è stato possibile appurare che ci fosse corruzione. C’erano alcune persone nell’amministrazione che erano state messe a conoscenza di situazioni poco trasparenti nei rapporti fra le imprese, ma, di fatto, non hanno avviato sufficienti misure di controllo e di intervento.

E voi deputati e deputate, che cosa avete fatto o detto, in sessione?
In Gran Consiglio di nuovo sono emerse due posizioni di principio.
In quella in cui mi ritrovo io, abbiamo preso atto che la Cpi ha fatto un ottimo lavoro, dettagliato. Riconosciamo che da parte degli uffici pubblici cantonali sono stati compiuti degli errori, ma non c’è stata partecipazione attiva al malaffare. Il Cantone non è corrotto. Constatiamo che sono state prese delle misure di protezione per il futuro, e il Cantone esce riabilitato.
Un secondo atteggiamento presente in Gran Consiglio, e sostenuto in particolare dal Partito socialista, è invece di tipo accusatorio: «sono tutti furbi». Viene formulata un’accusa generalizzata alle imprese, viene accusato chi metteva in dubbio che ci fosse un cartello. E difendono Adam Quadroni su tutta la linea, sostenendo che si debba chiedergli scusa e rimborsarlo. Però le decisioni dei tribunali contro di lui sono state confermate.

La sessione di giugno è anche quella in cui si eleggono il presidente e il vicepresidente del Governo per l’anno successivo.
Secondo la prassi, il vicepresidente in carica viene eletto presidente. E così è stato per Marcus Caduff. Alla vicepresidenza abbiamo eletto Peter Peyer. In fondo anche qui non c’era scelta, in quanto era l’unico a non aver ancora ricoperto quella carica. Comunque ha preso un buon numero di voti, 101.

All’ordine del giorno avevate la nomina di una commissione preparatoria sul tema “Rapporto intermedio relativo allo stato dell’attuazione della strategia immobiliare”. Di che cosa si tratta?
La strategia immobiliare del Cantone è quella che comprende, per fare un esempio noto, il palazzo Sinergia a Coira per gli uffici cantonali. Il Gran Consiglio ha chiesto di anticipare la nuova collocazione dei tribunali – infatti i tribunali verranno unificati. Perciò è stata nominata una commissione ad hoc e già in ottobre ne discuteremo il rapporto in Gran Consiglio.

A margine dei lavori, avete fatto un’azione sulle lingue, il «Manifesto GR3».
È stato presentato su iniziativa della deputazione di lingua italiana, che ha coinvolto anche la deputazione romancia, con l’obiettivo di raccogliere le aspettative che ha la popolazione riguardo all’utilizzo delle lingue. Il Governo già si muove in questa direzione, dopo il rapporto del Centro per la democrazia di Aarau sull’italiano e sul romancio nei Grigioni. Sta nel programma del Governo la realizzazione dell’ufficio di coordinamento delle lingue. Noi diretti interessati dobbiamo assumerci un po’ di responsabilità e agire per avere una base alla quale poter fare riferimento. Così abbiamo formulato una sorta di dichiarazione per il plurilinguismo del nostro Cantone.
Dopo un primo incontro della deputazione italiana tenutosi quasi due anni fa a San Bernardino, abbiamo coinvolto i deputati romanci, in seguito la Pgi e la Lia Rumantscha, e poi ci siamo affidati a un’agenzia di comunicazione per realizzare il manifesto.
La cosa è nota in quanto abbiamo tenuto una conferenza stampa che ho contribuito ad organizzare e durante la quale ho assunto il ruolo di moderatore esprimendomi nelle tre lingue cantonali. Alla conferenza stampa, oltre ai presidenti delle due deputazioni Paolo Papa e Lorenz Alig, sono stati coinvolti altri esponenti del Gran Consiglio in qualità di «testimoni», come per esempio il sindaco del capoluogo cantonale Urs Marti, la vicepresidente del Gran Consiglio Aita Zanetti, il granconsigliere Tobias Rettich primo firmatario dell’incarico sulla traduzione simultanea, Agnes Brandenburger e Manuel Atanes.
In conclusione il Manifesto GR3 è stato ufficialmente consegnato al direttore del Dipartimento dell’educazione, cultura e protezione dell’ambiente Jon Domenic Parolini e al presidente del Gran Consiglio Martin Wieland.

Altro da segnalare?
Durante la sessione di giugno ha fatto discutere la costituzione dell’associazione GR digital, nonché la composizione del suo comitato. Si tratta di un organismo di grande importanza in quanto avrà il compito di condurre e accompagnare la trasformazione digitale nel nostro Cantone. Io e tre altri colleghi avevamo preparato e inoltrato delle domande che hanno ottenuto tutte una risposta dal Consigliere di Stato Marcus Caduff. A differenza di quanto fatto finora, il Governo ha garantito che si prevede di tradurre in italiano il sito internet e la documentazione informativa e di coinvolgere nell’immediato futuro un rappresentante di lingua italiana nel comitato dell’associazione.

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