Giovanni Andrea Scartazzini, il dantista grigionitaliano

Di Matteo Airaghi. Dal Corriere del Ticino, 11 giugno 2021.


Che la Bregaglia sia terra magica, affascinante e stracolma di meraviglie naturali e culturali mai ci stancheremo di ripeterlo e di scriverlo. Oggi, nell’ambito della serie per il settecentesimo di Dante, abbiamo l’occasione di rievocare una sua straordinaria particolarità letteraria nella figura di uno studioso svizzero italiano che dopo essere stato per gran parte del Novecento noto a livello mondiale come il massimo commentatore della Commedia è finito a lungo nell’ombra per tornare ora sotto i riflettori grazie alle celebrazioni in onore del Sommo Poeta. Sul perché il massimo cultore di Dante (diciamo almeno tra Otto e Novecento) fosse saltato fuori proprio in Bregaglia (Scartazzini era nato in una famiglia contadina di Bondo il 31 dicembre 1837) si potrebbe (e lo si è fatto) discutere a lungo: l’attaccamento profondo della vallata alla cultura e alla lingua italiana (con Dante al suo indiscutibile apogeo) si fonde forse con la peculiare apertura della Bregaglia al mondo germanofono e di religione protestante. Un incontro che, in fondo, fu all’origine stessa dell’attività intellettuale di Scartazzini e dei suoi studi danteschi. Ancora in anni relativamente recenti lo scrittore ticinese Giovanni Orelli sottolineò “la straordinaria erudizione dello Scartazzini, il quale dovette appropriarsi in modo approfondito dei classici e della Bibbia per affrontare l’immane compito di commentare la Commedia“. Lo stesso Scartazzini disse peraltro di “aver confrontati tutti i commenti che sin qui videro la luce, né mi sono limitato ai soli commenti, volendo anzi raccogliere tutto che potesse servire alla interpretazione ed intelligenza del Poema”. Ricordando questo lavoro preparatorio, si lusingò di “avere non di rado con una semplice citazione sparso nuova luce sui versi del Sommo Poeta”.

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