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Scuola secondaria e d’avviamento pratico – Terza parte

9 giugno 2021

Settimana progetto “Selve castanili: ambiente, cura e prodotti”. Dal 31.5 al 4.6.2021.

Gita in verticale
La nostra gita in verticale ha avuto luogo, con partenza da Soglio, giovedì 3 giugno 2021. Siamo saliti fino al maggese di Cävi, quindi quasi fino al limite del bosco di abeti rossi raggiungendo il livello alpino a 2’100 m.s.l.m. Da qui, dopo la meritata pausa pranzo, discendendo il pendio abbiamo attraversato il livello subalpino (1’500m.s.l.m – 2’100m.s.l.m.), il livello montano, fino a raggiungere il paese di Castasegna sul fondovalle, dove abbiamo trovato un meraviglioso castagneto.
Negli ultimi 80 anni il bosco del livello montano è avanzato molto e ha tolto spazio ai castagni, ai prati e ai pascoli. Il motivo è che la castagna non è più indispensabile quindi alcune selve castanili non sono più state coltivate e sono andate perse. Il bosco del livello subalpino è cresciuto molto a causa dei pochi contadini che ci sono al giorno d’oggi. Il livello alpino è in parte diminuito nella sua parte inferiore a causa del surriscaldamento globale e il continuo innalzamento della vegetazione.

In Bregaglia ci sono molte tipologie di bosco. A dipendenza dei fattori climatici, dall’esposizione solare, dall’altezza, dalle precipitazioni, ecc. possiamo distinguere diverse comunità boschive. Esempi di comunità boschive sono: pinete, lariceti, castagneti, ecc. A Stampa, che si trova a 1’000 metri di altezza e che presenta due tipi di pendii con esposizioni diversi possiamo trovare quindi differenti tipologie.

Lungo il fiume Maira e i suoi affluenti (Valär) c’è il bosco golenale composto in larga parte da ontani e frassini, con la presenza anche di singole betulle, aceri, ciliegi e altre specie.  Non si tratta dunque di un classico ontaneto.
A sud del villaggio di Stampa, oltre il vecchio poligono di tiro troviamo un lariceto, un bosco formato esclusivamente da larici che sono alberi che possono raggiungere i 50m. Ci sono due sottospecie di larice, larice comune europeo e larice alpino, che può raggiungere gli 800 anni di età.
Sul pendio esposto al sole a nord di Samarovan si estende un bosco misto di latifoglie. Si definiscono latifoglie, quelle piante caratterizzate da foglie larghe a prescindere dalla loro forma, come: la quercia, il frassino, la betulla, l’acero, il noce e il nocciolo, il castagno, ecc.
Samuele, Livio, Silvio e Fabian

Däir
Däir è un maggese che si trova a 1610m.s.l.m nella Val Luver con un’esposizione verso ovest.
Le coordinate del maggese Däir sono 2’759 638 / 1’135’293, ma dal punto più basso al punto più alto ci sono circa 400 metri di dislivello, in quanto (Däir) è situato su un pendio ripido.

A Däir ci sono 7 cascine ancora in uso e 17 stalle. Le cascine sono disposte in tre gruppi vicini, alcune di queste abitate dai cacciatori nel periodo della caccia, invece le stalle sono un po’ sparpagliate su tutta la superficie del maggese. La stalla più vecchia si trova lungo il sentiero pedonale che conduce verso il Passo da la Prasgnola ed è datata 1’726. Sul monte c’è abbastanza acqua per alimentare le cascine, le fontane e il bestiame.
Una volta il maggese veniva falciato completamente e gli animali salivano a pascolare in primavera ed in autunno. Le stalle venivano utilizzate tutte, oggi purtroppo sono in uno stato di decadimento. Il bosco è più fitto, perché non viene più falciato così tanto come una volta.

Da qualche anno le capre salgono di nuovo al pascolo e da quest’anno pure le mucche. A Däir c’è “molta storia” di tante persone che hanno vissuto e lavorato. Speriamo che Däir possa sopravvivere e che il bosco non continui a crescere nel pascolo. Se ci fosse una strada fino al maggese sarebbe più facile poterla coltivare e raggiungerla con la merce.
Martin e André

Cävi
Il maggese Cävi in passato apparteneva a Soglio, vecchio comune di Sottoporta. Solo più tardi con la suddivisione territoriale cambiò e passò al comune di Castasegna. Il sentiero che porta a Cävi è difficile da trovare e non si consiglia a nessuno di andarci senza guida. Si trova su un cucuzzolo sopra Soglio ad una altezza di 1’950m.s.l.m, alle coordinate 2’760’116 / 1’135’402. Da qui si ha una vista spettacolare sulle montagne della Bondasca fino verso Chiavenna. I paesi di Soglio, Bondo e Stampa si vedono da un’ottica molto particolare.

La vista nel vallone ai piedi del Piz Märc fa capire come questo posto sia molto selvaggio e impenetrabile. Ogni tanto cadono delle pietre che possono arrivare fino all’altezza di Soglio. Da Cävi non è possibile salire direttamente sulle montagne soprastanti. A Cävi il bosco ha occupato sempre più quello che era il prato e oramai il maggese è separato in due parti da una lingua di bosco. Ci sono sette costruzioni, tra stalle e cascine, ancora in piedi, altrettante sono quelle crollate. Su alcune pietre sparse si notano delle incisioni e coppelle.

Fino alla seconda guerra mondiale Cävi era coltivato da tre fino a quattro contadini. I quali salivano al pascolo con il bestiame, mucche e capre, e falciavano i prati. Nel 1956 Renzo Maroli, l’ultimo contadino a coltivare Cävi, ha abbandonato il maggese a causa dei problemi riguardante l’approvvigionamento dell’acqua e della sua posizione marginale. Attualmente due proprietari lo usano saltuariamente. Inoltre è un luogo prediletto di alcuni cacciatori che possiedono delle cascine più in basso.
Sebastian e Dario

Gita nel castagneto
Giovedì erano previste due gite, una più faticosa (si legga sopra) e una più leggera. Di quest’ultima parliamo i questo articolo.
La partenza era a Castasegna, dove abbiamo potuto osservare il paese e le sue particolarità:
- il paese vecchio è situato intorno alla chiesa.
- Intorno al 1’800 nacquero altre case più benestanti.
- Brentan è nato nel 1950 e si trova sopra il paese di Castasegna.
- Le case dell’EWZ sono progettate da Bruno Giacometti.
- Guaita è un piccolo luogo vicino a Castasegna in cui vi erano dei crotti.

Abbiamo poi continuato verso Bondo, attraversando Mota e Bregan. Percorrendo il paese di Bondo abbiamo potuto notare tanti orti circondati da muri. Un tempo essi erano parte di case, successivamente bruciate dagli spagnoli.
Sempre a Bondo ci hanno spiegato le differenze tra il castagno e l’ippocastano: due alberi che abbiamo visto nelle selve.
Il castagno ha le foglie con una nervatura ben visibile e con il bordo dentato. I fiori sbocciano in giugno, quelli maschili sono lunghi e sottili, quelli femminili sono dei ricci verdi che in autunno diventano marroni. I frutti sono commestibili. Con i fiori si può fare un buon sciroppo che abbiamo potuto assaggiare.

L’ippocastano ha le foglie con il bordo seghettato e a forma di palmo. I fiori sono a pannocchia, bianchi e rosa. I frutti sono uno per riccio, a forma di palla e non commestibili.
Siamo poi andati a Caccior e abbiamo superato la Plota, percorso che ci ha portati a Soglio.
Lì ci siamo recati nella piazzetta davanti alla chiesa, dove abbiamo pranzato. Eravamo tutti molto affamati, visto il ritardo…

Dopo aver mangiato, i docenti sono andati a prendere un caffè, noi li abbiamo aspettati fuori.
Nel primo pomeriggio ci siamo diretti verso Dasciun, dove ci attendeva l’altro gruppo. Lì abbiamo fatto una pausa e ci siamo aggiornati sulle vicende accadute durante il giorno.
Gli insegnanti ci hanno poi proposto due vie diverse per arrivare a Brentan, la destinazione finale.
Una, la più leggera, prevedeva la discesa diretta verso il parco giochi di Castasegna. L’altra consisteva in un giro più lungo e faticoso, che passava oltre confine. Ci siamo divisi nuovamente in due gruppi, in base alla preferenza.

I ragazzi che hanno percorso la via più pesante hanno goduto di una bellissima vista su Castasegna, Soglio e Bondo. Gli altri ragazzi sono arrivati a destinazione prima. Mezz’ora dopo ci siamo riuniti e abbiamo avuto un po’ di tempo libero, prima della grigliata.

Al campo alcuni di noi hanno giocato a calcio o chiacchierato, altri hanno fatto battaglie acquatiche oppure hanno aiutato Tullio in cucina.
Dopo aver preparato i tavoli, Tullio ha cominciato a cucinare la cena, a base di bratwurst o cervelat, con insalata di patate e pane. Come “antipasto” c’era un sacchettino di braschér, preparati precedentemente da alcuni di noi. Il bello di questa cena era la compagnia.

Verso la fine gli insegnanti ci hanno dato anche il dessert; un biscotto con sopra un po’ di vermicelli preparati con le castagne bregagliotte. Alla fine abbiamo messo a posto i tavoli e le panchine. Alcuni si sono trattenuti a Castasegna con gli amici, la maggior parte è andata a casa in posta.
Elisa, Laura, Carlotta, Dahlia, Leandro e Ryan.

Leggi la prima parte.

Leggi la seconda parte.

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