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Scuola secondaria e d’avviamento pratico – Seconda parte

8 giugno 2021

Settimana progetto “Selve castanili: ambiente, cura e prodotti”. Dal 31.5 al 4.6.2021.

Pulizia selva
Martedì 1° giugno, alle prime luci del mattino, ci siamo recati a Plazza, una selva castanile poco distante dal villaggio di Soglio. Plazza si trova a un’altezza di circa 915 m.s.l.m. Quasi tutti gli edifici presenti sono cascine che si utilizzano tutt’ora per essiccare le castagne. Dopo la seconda guerra mondiale si iniziò a trascurare i castagneti e a loro volta le cascine. Lo stato delle cascine a Plazza al giorno d’oggi sono molto buone, perché i proprietari hanno deciso di ristrutturarle e far proseguire la tradizione dell’essiccazione delle castagne. Le cascine presenti a Plazza sono tutte di media grandezza, a parte due molto grandi. Nei luoghi più ripidi nelle selve castanili si diffusero altre piante ad esempio betulle, tigli, noccioli e ciliegi; invece nel piano le selve rimasero intatte. Mantenere i castagni è molto impegnativo per il fatto che quando perdono le foglie bisogna rastrellarle, bisogna potarli regolarmente  e piantare piante giovani al posto delle piante vecchie. I castagni hanno bisogno di molta luce e spazio. Sono piante molto delicate per il fatto che non si possono pressare le loro radici con trattori o altri veicoli molto pesanti, perché si potrebbe danneggiare l’apparato radicale. I castagni possono arrivare all’altezza di 25-30 metri e raggiungere l’età di 500 anni. A Plazza i castagni hanno un’età compresa tra i 200 e i 400 anni. In Bregaglia ci sono vari tipi di castagni, tra i quali il castagno europeo e il castagno d’India. Il frutto del castagno d’India però non si può mangiare poiché non è salutare per l’intestino, quindi si utilizza come foraggio per il bestiame. Gli animali a cui piace cibarsi del castagno sono tassi, caprioli, cervi, ghiri, scoiattoli e vari tipi d’uccelli.

Il pomeriggio siamo andati a pulire una selva di nome “La Vigna”, sopra il paese di Bondo. Il proprietario Guido e sua sorella Ivana hanno spiegato il motivo della pulizia, che è quello di riportare in vita la selva e raccoglierne le castagne.

Terminata l’introduzione, i ragazzi si sono messi al lavoro ammucchiando rami di varie piante che sono state tagliate per lasciare più luce ai castagni; grazie a questo taglio i castagni dovrebbero poter produrre fino al doppio di quanto producevano prima. I ragazzi erano molto motivati e, in poco tempo, avevano già fatto gran parte del lavoro. A metà pomeriggio Ivana e Guido ci hanno offerto una buonissima merenda composta da torte di castagne, frutta e bibite così da poter continuare il lavoro pieni di energia. Alla fine della giornata Guido ci ha ringraziati per il prezioso aiuto. Nonostante sia stato faticoso, è stato molto bello aiutare Guido e Ivana a riportare in vita questa selva e siamo rincasati la sera stanchi, ma soddisfatti.
Aitana, Samira, Nicola e Elia

Visita al vivaio
Mercoledì mattina 2 giugno ci siamo spostati da Promontogno a Nossa Donna, dove gli impiegati comunali Andrea e Paolo Giovanoli ci hanno mostrato il vivaio e spiegato le caratteristiche del castagno e del suo frutto.In Bregaglia abbiamo la castagna sativa. A Sottoporta, fra i villaggi di Soglio, Bondo e Castasegna, si trovano i più grandi castagneti d’Europa. Il loro frutto, la castagna, ha avuto, soprattutto nei periodi di crisi, un ruolo molto importante nella nostra valle, in Ticino e a sud delle Alpi svizzere.

I castagni sani possono arrivare a un’altezza di 25-30 metri e possono vivere fino a 500 anni. Il castagno è stato portato in Val Bregaglia dai romani. A partire dal primo secolo d.C. l’Insubria diventa il primo centro di coltivazione intensiva del castagno. A partire dall’anno 1’000 il castagno assume un ruolo fondamentale per la sopravvivenza delle comunità contadine.

In diversi paesi la cultura per la castagna è stata persa per tanti anni ma in Bregaglia, anche grazie all’associazione dei castanicoltori creata nel 2006, questa cultura non è mai stata definitivamente persa, anzi è stata rivalutata.
In Val Bregaglia c’è una selva di castagne divisa in 4 parti. Quelle parti sono ancora divise in mini selve. Le mini selve sono suddivise su molti proprietari. I castagni possono essere colpiti da malattie come: il cancro del castagno, il mal dell’inchiostro e il cinipide galligeno. Gli effetti variano da anno ad anno e non è sempre possibile prevenire i danni.
Catarina e Gonçalo

La cascina
Mercoledì mattina l’insegnante Manuela Filli ci ha spiegato molte cose nuove e interessanti sulle castagne e le cascine. Le cascine sono degli edifici che vengono utilizzati per essiccare le castagne. Le mura di base qui da noi sono costruite in sasso, mentre la parte superiore è in legno. Il pianterreno ha il pavimento in terra battuta, uno o due focolari, una scaletta e forse ancora un posto per depositare la buccia delle castagne dell’anno prima. Il piano superiore ha una griglia e dei listelli con lo spazio per far passare il fumo. Le cascine in Ticino sono un po’ diverse, ad esempio non sono per forza chiamate cascine ma vengono chiamate grà. Sono fatte tutte completamente in sasso, hanno una porta sul retro e non hanno una scaletta.

A Bondo ci sono 17 cascine di diverse dimensioni. Queste sono state costruite attorno il 1850 e il 1880. Le cascine si trovano ai bordi o fuori dal paese, perché sono più vicine alle selve, inoltre dato che nel periodo dell’essiccazione vengono accese quasi tutto il giorno c’è pure il rischio di un incendio. Il fuoco si dilagherebbe molto in fretta e tutte le case potrebbero prendere fuoco.

Ai tempi le castagne erano gli alimenti principali della popolazione e, dato che in soli dieci giorni vanno a male, hanno trovato un modo per conservarle più a lungo. Il metodo è farle essiccare, cioè si fa un fuoco con legna di castagno per avere lo stesso profumo e perché tiene la fiamma più a lungo. Poi sopra si mette la “füfa” dell’anno prima, che è la pelle delle castagne, per creare più fumo.

Il fuoco viene acceso una volta alla mattina e una volta alla sera. Questo lavoro dell’essiccazione dura dalle 4 alle 6 settimane. Circa a metà periodo vanno girate, quelle sotto vanno sopra e quelle sopra vanno sotto. Alla fine dell’essiccazione le castagne sono lucide. Il lavoro successivo è sgusciarle, si può fare con un apparecchio elettrico oppure in modo tradizionale: quando sono ancora calde si mettono in un sacco e si sbattono su un ceppo. I principianti possono contare le battute, così sarà più semplice. Si battono circa una quindicina di volte da una parte e poi si gira. Agli esperti non serve contare, riescono a sentire quando sono circa pronte. Per evitare che la corda si snodi prima di sbattere la punta del sacco viene bagnata un po’. Appena finito di sbattere, le castagne vengono messe nei van. Il van è un oggetto che serve a dividere le bucce delle castagne dalle castagne secche. I van non si trovano quasi più da nessuna parte. Una volta messe nei van la persona incaricata con un movimento particolare riesce a far si che le pelli più fini vadano avanti e cadano fuori, mentre le castagne rimangano dietro. Dopo questo le castagne vengono svuotate in un setaccio.

Poi si dividono le castagne belle e i farciam, pezzi piccoli delle castagne. La fase seguente è togliere la pelle restante, chiamata episperma, con dei coltellini. Questa fase in bregagliotto si chiama: sgraté castegnan. Si possono sgusciare nel modo tradizionale, cioè a mano, oppure con una macchina elettrica chiamata sgusciatrice.

Le castagne, a cui sono state tolte le pelli, si chiamano castagne bianche. Infine, le castagne vanno portate al mulino oppure vendute a persone che le desiderano. È un lavoro che dura molto tempo e ci vuole molta pazienza. Non è così semplice come sembra e dietro c’è molto lavoro, ma alla fine si hanno molte castagne buone.
Giovanni e Valentina

Una visita al mulino
Mercoledì ci siamo recati al mulino Scartazzini a Promontogno.Il proprietario, Gian Andrea Scartazzini, ci ha accolti e successivamente guidati nel suo mulino, il più piccolo della Svizzera.
Il mulino è suddiviso in cinque settori. Nella prima parte della visita ci ha mostrato le varie tipologie di grano che si macinano, ad esempio: farro, segale, grano saraceno e orzo.

Il signor Gian Andrea ci ha spiegato che l’orzo, venduto alla Coop, viene lavorato nel suo mulino. Ci ha pure mostrato con quali tipi di grano si possono produrre i vari tipi di pane. Inoltre, per restare in tema con la settimana progetto, abbiamo potuto constatare che, nel mulino, viene anche prodotta la farina di castagne. Nella seconda parte della visita abbiamo osservato i vari funzionamenti delle macchine all’interno del mulino e come le varietà di grano vengono macinate. Il mulino funziona grazie all’energia prodotta “dall’acqua”. Il grano, lavorato dal signor Scartazzini, viene principalmente da Landquart ma, qui in valle, ci sono anche due contadini che hanno cominciato da pochi anni a coltivarlo: Jan Schmid e Giacomo Waltenspühl. È stata una visita coinvolgente ed interessante e abbiamo ottenuto molte nuove informazioni.
Lin e Simona

Mercoledì 9 giugno la terza parte.

Leggi la prima parte.

Leggi la terza parte.

Satira di Bregaglia

La vignetta della settimana

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Per sorridere un po’.