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Vita di Gran Consiglio

2 marzo 2021

//tratto da Il Grigione Italiano\\
Raggiunto un «compromesso grigione» sulla legge elettorale: la rappresentanza territoriale unita alla rappresentanza politica. Intervista al deputato bregagliotto Maurizio Michael.

Di nuovo i parlamentari si sono ritrovati al Palazzo dei congressi di Davos, per evitare i contatti stretti dell’aula del Gran Consiglio a Coira. La prima sessione del 2021 si è svolta dal 15 al 18 febbraio e uno dei temi più corposi è stato la riforma del sistema elettorale, cioè la procedura con cui vengono eletti ed elette i e le rappresentanti del popolo in Gran Consiglio. Riforma necessaria, lo ricordiamo, in quanto l’attuale sistema maggioritario è stato dichiarato, dal Tribunale federale, non conforme alla Costituzione svizzera.

Maurizio Michael, è infine giunto il momento in cui tutto il lavoro della Commissione strategica e di politica statale, che tu presiedi, lavoro riguardante la modifica del sistema elettorale cantonale, è confluito nella presentazione al Gran Consiglio e nella successiva discussione.
È stato un momento politico importante, perché si tratta della rappresentanza del popolo in Gran Consiglio, cioè della futura composizione del Parlamento cantonale. Questo è stato sottolineato in diversi interventi, giunti da più parti. È vero che il popolo grigione ha votato già otto volte (a cominciare dal 1937) sull’eventuale introduzione del sistema proporzionale al posto del sistema maggioritario in vigore. E nel 2013, l’ultima volta che si è votato, io stesso avevo sostenuto la campagna a sostegno del maggioritario, perché per noi – piccoli circoli periferici e di minoranza linguistica – era fondamentale la rappresentanza territoriale, e perciò non volevamo un modello diverso.
Ma quanto discusso adesso è diverso dal passato. Perché non si è discusso di un proporzionale contro il maggioritario, ma si doveva trovare una soluzione nuova. E l’accoglienza che la nostra proposta ha avuto in Gran Consiglio sembra avere le carte in regola per poter durare a lungo.
Inoltre, si può dire che se abbiamo votato tante volte è perché il sistema in vigore (l’attuale sistema maggioritario) non soddisfaceva a livello popolare, c’era chi non si sentiva trattato correttamente.

Qual è la caratteristica del sistema che avete elaborato e sul quale voterà il popolo?
Questo sistema mantiene la distribuzione dei circoli elettorali, cioè conferma i circoli elettorali attuali, che quindi anche in futuro avranno i loro rappresentanti a Coira. Con il sistema proporzionale si introduce però anche una rappresentanza equa dei partiti. Quindi vengono messi uno sopra l’altro due elementi: la rappresentanza territoriale e la rappresentanza politica, ossia delle diverse sensibilità esistenti nella popolazione.

Quindi verrebbero rappresentati, proporzionalmente ai consensi ottenuti, tutti i partiti o movimenti o chiunque presenti una lista di candidati al Gran Consiglio.
Tutti coloro che superano la soglia del tre per cento di voti ottenuti a livello cantonale. Questa clausola, che non consente alle liste al di sotto di questo quorum di entrare in parlamento, serve a evitare la frammentazione.
Un’altra conseguenza del secondo elemento – ossia la rappresentanza politica – è che i voti espressi nei singoli circoli non saranno più persi, perché andranno nel computo generale. Ci saranno quindi, molto probabilmente, dei controcandidati anche nei circoli dove precedentemente ce n’è stato uno solo (in Bregaglia stessa, per esempio), che devono però essere candidati ciascuno in un solo circolo, come del resto oggi.

Comunque, continuerà a succedere quanto veniva criticato, e cioè che qualcuno viene eletto con meno voti di un altro, solo perché lui (o lei) è candidato/a un circondario piccolo e l’altro (o l’altra) in uno grande.
Sì, può succedere. Se la distribuzione non corrisponde con il risultato emerso nell’insieme dei circoli, può succedere che in un circolo non venga eletto il terzo, ma il quarto o il quinto (che è di un altro partito e che sarà eletto per rispettare la proporzionalità). Ma le regole del gioco sono chiare fin dall’inizio e quindi ogni candidato o candidata sa che potrà succedere.
Per rendere le cose il più possibile eque, abbiamo inserito due clausole. Una è il quorum del tre per cento, come detto. E questo avviene anche altrove, dove si applica lo stesso sistema elettorale. L’altra clausola è particolare, pensata per la situazione particolare del Cantone dei Grigioni, dove vi sono circoli nei quali si elegge un solo rappresentante (e di circoli così ce ne sono una ventina nel Cantone): la lista che in questi piccoli circoli ottiene il maggior numero di voti ha la garanzia che il proprio rappresentante sarà dichiarato eletto.

Ecco il «compromesso grigione» che avete elaborato. Cosa vuoi dire della discussione che si è sviluppata in aula?
È stato detto e ripetuto che abbiamo vissuto un momento storico. Infatti, un sistema elettorale non viene cambiato con leggerezza e il nostro è piuttosto antico. Sia i favorevoli che i contrari hanno affermato e confermato che la nostra Commissione ha lavorato bene, cercando sempre il consenso e proponendo soluzioni ragionevoli. Il presidente dell’Udc grigione, per esempio, è andato addirittura oltre e nel suo elenco dei fattori vincenti della proposta fatta, ha inserito pure il lavoro svolto dal presidente della Commissione. Il lavoro ben fatto è stato riconosciuto anche nel dibattito.

Un lavoro ben fatto, ma un gran lavoro!
Per la preparazione dell’oggetto in discussione la Commissione strategica e di politica statale si è riunita cinque volte (cinque giornate di lavoro). E personalmente, in qualità di presidente, ho dedicato altrettanto tempo per la preparazione delle riunioni. Durante la sessione di febbraio ho dovuto condurre e seguire attentamente il dibattito per ben due giorni.
Nel mio intervento introduttivo, ho messo l’accento sulla necessità, da parte del Gran Consiglio, di prendere una decisione saggia e lungimirante. Una decisione che necessita innanzitutto dell’assunzione di responsabilità civica e di politica statale e ponga in secondo piano gli interessi di partito. La Commissione che presiedo si è impegnata a mettere insieme le diverse sensibilità presenti, cercando un compromesso serio e costruttivo. Alla fine un solo partito, il Pdc, non è stato disposto a sostenere il compromesso. Tutti gli altri si sono detti soddisfatti con il risultato raggiunto.

Cambiamo tema. A proposito della gestione della pandemia, nei giorni a seguire abbiamo sentito che il Governo si è fatto sentire nei confronti della Confederazione. Cosa è successo in Gran Consiglio?
Abbiamo avuto un dibattito approfondito sul tema covid-19. Il Governo ha dato le informazioni sulla situazione e il Gran Consiglio ha segnalato in modo chiaro al Governo che siamo entrati in un periodo difficile. Dal punto di vista economico ci vuole un sostegno, non a pioggia, ma dove necessario. Ed è stato chiesto al Governo di impegnarsi a chiedere a Berna l’allentamento delle misure restrittive, perché l’accettanza della popolazione è arrivata al limite e presto la situazione non sarà più gestibile. Quindi sono necessarie delle riaperture, e queste sono possibili anche grazie all’uso dei test a tappeto. Inoltre è stato chiesto al Governo di sollecitare la Confederazione affinché le competenze decisionali in materia di covid-19 vengano riassegnate ai Cantoni.
Tutto ciò è stato chiesto da una grandissima maggioranza dei presenti. Da più parti è stato sottolineato che se lo Stato impone la chiusura degli esercizi allora deve anche essere disposto a risarcire i danni. Non è comunque mancato il monito che anche lo Stato non dispone di risorse infinite e che bisogna perciò agire con grande attenzione.
Insomma, è necessaria una strategia che differisca dalla pura strategia di chiusura.

Altre attività che hai svolto nelle tue funzioni di granconsigliere?
Come previsto, abbiamo avuto una riunione del gruppo parlamentare che si occupa delle strade di Engadina e Bregaglia, con l’Ufficio tecnico cantonale, che ci ha informati sullo stato delle strade, sullo stato di avanzamento dei vari progetti, tra cui anche della galleria tra Plaun da Lej e Sils, e su come intendono affrontare il periodo intermedio.

All’ordine del giorno figurava anche l’iniziativa popolare cantonale “Per una caccia rispettosa della natura ed etica”.
Su questo tema c’è stata poca discussione in quanto la posizione del Gran Consiglio era chiara e condivisa. Il Gran Consiglio propone al popolo grigione di respingerla.

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Maurizio Michael presenta le tappe del cammino della nuova legge elettorale

  • Tribunale federale: alle prossime elezioni (15.5.22) il Gran Consiglio dovrà essere eletto con un nuovo sistema di voto (sentenza del 29.7.19)
  • analisi del Governo e presentazione di nove possibili modelli, di cui tre percorribili, e fra i quali il Governo ne sosteneva in particolare uno, il modello c (quello che abbiamo poi presentato) (primavera ’20)
  • consultazione, da cui è emerso che un modello tutto maggioritario (nel quale si sarebbero suddivisi i circoli grandi in circoli più piccoli) non avrebbe ottenuto sufficiente sostegno; rimanevano in lizza i modelli c ed e
  • il Governo ha deciso, dato che i partiti più rappresentati in Gran Consiglio avevano espresso le proprie preferenze per il modello e, di sostenere quest’ultimo e di preparare il relativo messaggio (estate ’20)
  • il messaggio è arrivato in Commissione e la Commissione ha individuato vari punti deboli nel sistema elettorale proposto; per questo motivo la Commissione ha rimandato il messaggio al Governo con la richiesta di integrarlo con la descrizione esauriente del modello c, per poter fare una valutazione e un confronto (richiesta che ha fatto slittare la discussione in Gran Consiglio da dicembre ’20 a febbraio ’21)
  • il Governo ha preparato un’integrazione al messaggio precedente
  • la Commissione ha discusso i due modelli e contemporaneamente ha discusso anche l’iniziativa che chiedeva la riduzione del numero dei granconsiglieri proposto dal Ps (che, se approvata, avrebbe a sua volta comportato il cambiamento del sistema elettorale)
  • nelle trattative sono emersi gli elementi principali e bisognava cercare la via del compromesso: mantenere la rappresentanza dei piccoli circoli e allo stesso tempo introdurre il proporzionale per dare la giusta rappresentanza ai partiti, quindi rappresentanza territoriale e rappresentanza politica. Contemporaneamente il Ps ha accettato di ritirare la sua iniziativa
  • invece il Pdc non ha ritenuto che questo fosse un buon compromesso, e quindi ha chiesto di lasciare al popolo la scelta; la Costituzione cantonale in effetti consente di proporre al popolo due soluzioni equivalenti, ma questa sarebbe stata troppo complicata e in più con l’iniziativa di riduzione del numero di rappresentanti – se approvata – si sarebbe rischiato di rendere nullo il voto popolare appena espresso.
  • quindi il 13 giugno ci sarà la votazione popolare sull’art. 27 della Costituzione cantonale, che dice che le elezioni avvengono secondo un sistema proporzionale; come poi funziona questo sistema è definito a livello di legge (in questo caso abbiamo già formulato la legge, che entrerà in vigore una volta approvato l’art. della Costituzione)
  • naturalmente le leggi sono soggette a referendum facoltativo
  • scaduti i termini del referendum il Governo dovrà far sì che la procedura per le elezioni del maggio ’22 possa iniziare nei tempi previsti (circa 4 mesi prima)
  • se dovesse succedere che il popolo bocci il nuovo articolo costituzionale, il Governo sarebbe costretto ad adottare una legge d’urgenza propria.

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Silvia Rutigliano

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