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Pandemia, vattene via!

19 novembre 2020

Capitolo terzo. Si sta male davvero, ma ci sono anche lati positivi. Considerazioni di Silvia Rutigliano sulla covid-19.

Limitare le relazioni sociali può essere davvero pesante. Naturalmente, le situazioni non sono tutte uguali, e ci sono anche aspetti positivi. Per qualcuno non doversi recare sul posto di lavoro è una grande liberazione, dal traffico quotidiano, per esempio, o da un collega insopportabile! In altri casi, si è stati ben felici di non dover più partecipare a incontri (di qualsiasi genere) ai quali non si poteva dire di no ma che non facevano alcun piacere.
Però abbiamo perso anche tante cose che davano qualità alla nostra vita, come partecipare alle attività di una società, cantare in coro, ballare insieme, prendere il caffè in compagnia e chiacchierare serenamente intorno a un tavolo. Certe cose si possono ancora fare, è vero. Ma tenendo le distanze o indossando la mascherina non è più la stessa cosa, come per esempio accade al culto dove non si canta neanche più.
Certo che siamo stanchi! Certo che abbiamo voglia e anche bisogno di stare insieme agli amici, alle amiche, in un’intimità maggiore di quella che si può avere all’aperto a un metro o due di distanza gli uni dagli altri, le une dalle altre!
Ci sono poi delle categorie di persone che soffrono più di altre, e delle singole persone che soffrono più di altre. Pensiamo, per fare solo un esempio, a quanto hanno sofferto gli e le adolescenti in primavera con le scuole e le altre attività sociali chiuse (mai come in quel periodo era diffusa la voglia di andare a scuola!).

Tre conseguenze positive
Oltre agli effetti sopra accennati, le misure precauzionali che ci sono state raccomandate per contenere la diffusione della pandemia producono, secondo il mio punto di vista, in particolare tre effetti positivi.
Ristorazione e mascherine. I cibi alla portata di sputo (per così dire) mi hanno sempre fatto un po’ schifo. Avete presente i banconi di formaggi o pane, dove gli alimenti sono in parte poggiati sopra? Da lì passano le conversazioni fra i clienti e i venditori, con il loro carico di germi. Lo stesso vale per il cameriere che ti porta la pizza e ci respira sopra per tutto il tragitto e infine ti parla mentre te la porge. Oppure si china verso di te quando passa a chiederti se va tutto bene. Cameriere e camerieri sono gentilissimi, per carità! Così come venditrici e venditori. Ma questa vicinanza fra la loro bocca e il mio cibo non mi piace. Con la mascherina (anche se sono consapevole che a loro dà fastidio, e me ne dispiace) ognuno si tiene i germi suoi: loro i loro e io i miei!
Il saluto. Non so per voi, ma per me il saluto è talvolta fonte di imbarazzo, non sapendo se devo stringere la mano o dare un bacio (o due o tre) o non fare niente… Da quando la stretta di mano e il contatto sono vietati, dopo un primo momento di smarrimento, mi sono presto trovata a mio agio! Un bel buongiorno, un sorriso, e nessun gesto di accompagnamento. La cosa è uguale per tutti, quindi nessuno può rimanerci male. In compenso, all’interno della famiglia i gesti affettuosi non mancano mai.
Malanni di stagione. I comportamenti che ci proteggono dal coronavirus ovviamente ci proteggono anche dagli altri virus a trasmissione aerea. Quindi lavarsi le mani, stare a distanza e arieggiare gli ambienti sono buone abitudini che ci eviteranno anche altri mali di stagione, e ridurranno in generale i contagi anche da altri germi, quali funghi e batteri aerei. (Naturalmente queste misure non servono in caso di virus a trasmissione sanguigna né contro i virus che possono trovarsi negli alimenti o nell’acqua né contro quelli trasmessi dagli insetti, per proteggersi dai quali ci sono ovviamente altre norme di precauzione.) E la cosiddetta influenza stagionale è già meno diffusa del solito, come ha recentemente comunicato l’Organizzazione mondiale della sanità.

(continua)

Leggi anche:
Capitolo primo. “È tutta una montatura!”
Capitolo secondo: le istruzioni sono valide

Silvia Rutigliano

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