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Prezioso e discreto

1 settembre 2020

A volte si vorrebbe parlare con qualcuno. Questo è uno dei punti di partenza del servizio del Telefono Amico, anonimo, competente e sempre pronto all’ascolto.

I rapporti relazionali, i disturbi psichici, le difficoltà legate alla gestione della vita quotidiana e la solitudine sono le principali motivazioni che spingono le persone a ricorrere al Telefono Amico sia tramite telefono sia tramite chat. Chiamando il numero 143, disponibile tutti i giorni 24 ore su 24, si ottiene una risposta che accoglie qualsiasi disagio. Per la chat, invece, la disponibilità dei giorni e degli orari è limitata (vedi la tabella oraria). A chi chiama non viene chiesto il nome, e non è neppure possibile vedere da dove arriva la chiamata.

Un piccolo esempio
Squilla il telefono, un uomo (esita, però poi comincia a parlare):
U: “Buongiorno! Non credo che lei mi possa aiutare…”
Il volontario: “Vuole ugualmente parlarmi della sua situazione?”
U: “Sa, quasi tutti mi parlano di disintossicazione, pensano che io sia un alcolista. Non mi parli di cure e di astinenza”.
V: “Se questo non l’aiuta mi dica allora di quale argomento possiamo parlare, cosa vorrebbe discutere con me?”
… (il seguito del colloquio può essere letto in questa pagina del sito del 143).

Quanto è utilizzato il servizio
Lo scorso giugno il Telefono Amico Ticino e Grigioni Italiano ha pubblicato il rapporto dell’anno 2019. Ecco alcuni dati della sua attività.
Numero di chiamate: 15’883, di cui 12’123 si sono trasformate in effettivi colloqui di aiuto. Una media di 33 colloqui al giorno.
Numero di contatti chat: 310, di cui 185 sono divenuti vere e proprie consulenze.
Le richieste di aiuto, sia via telefono sia via chat, provengono prevalentemente da un pubblico femminile.

Come funziona il servizio
Al Telefono Amico lavorano volontari uomini e donne che ricevono una specifica formazione continua sul tema dell’ascolto. Il gruppo è formato da 46 persone, che nel 2019 si sono suddivise 1’830 turni di presenza.

Il punto di partenza
Il Telefono Amico è stato fondato nel 1957 come strumento di aiuto alla prevenzione del suicidio.
“Tutte le persone che esprimono intenzioni suicidali – si legge sul sito del Telefono Amico – subiscono una enorme pressione emotiva. Per i motivi più disparati non riescono a vedere nessun’altra via d’uscita. La percezione della realtà è fortemente limitata. Il desiderio di morire e il desiderio di vivere sono strettamente legati. Buona parte di coloro che ci chiamano non vuole morire, ma vorrebbe che cambiasse la loro insopportabile situazione. I sentimenti sono ambivalenti, oscillano fra il desiderio di morire e quello di continuare a vivere. Queste persone vanno sempre prese sul serio per evitare che in un momento di forte pressione emotiva passino all’atto, specialmente se sono completamente sole. Spesso le persone a rischio di suicidio soffrono di malattie psichiche, generalmente di depressione, fattore importante che talvolta viene sottovalutato. Alcune persone chiamano raccontando una lunga storia di sofferenza, parlano di malattie fisiche o psichiche che trascinano da tempo. In loro il desiderio di morire non è basato su un momento di sconforto, essi hanno maturato la convinzione che la loro vita è solo un peso”.

Vivere è possibile
Durante il colloquio telefonico – dichiarano ancora sul sito del 143 – “si cercherà di dare sostegno a quel lato della persona che vorrebbe continuare a vivere. In ogni caso bisogna provare a far intravvedere alla persona che chiama che è possibile continuare a vivere, aiutandola ad allargare la percezione della realtà, che in questo momento è limitata”.

Silvia Rutigliano

Satira di Bregaglia

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Per sorridere un po’.