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Bruco

28 gennaio 2020

Domenica pomeriggio 26 gennaio la Pgi Bregaglia ha reso omaggio a Guido Giacometti. Gremita la sala della Ciäsa Granda.

Domenica, a Stampa, la sala della Ciäsa Granda era occupata in ogni ordine di posto. L’omaggio a Guido Giacometti, organizzato dalla Pgi Bregaglia, ha messo in evidenza un uomo amante delle cultura, della lingua, della natura; un uomo timido, silenzioso, un grande osservatore.

Ha emozionato i presenti Lucrezia Gianotti Bischoff, ricordando l’ultimo incontro con Guido a Milano. Diego Giovanoli ha sottolineato l’importanza di due maestri in particolare per la crescita del Giacometti poeta. Ha esaltato la sensibilità ed amore del contadino per le sue pecore e l’umiltà nel prendere commiato dalla vita. Gian Andrea Walther ha ricordato le rime firmate dal poeta con lo pseudonimo.

Gianotti Bischoff, Giovanoli e Walther non hanno scordato le lunghe conversazioni serali e le altrettante lunghe telefonate del Bruco. Tutti e tre hanno messo in evidenza la semplicità dell’uomo, persona vicina agli emarginati e nel contempo amico di personalità culturali importanti.

Il pomeriggio si è concluso con due voci provenienti dal pubblico, le quali hanno ricordato come proprio in quella sala, biblioteca molti anni addietro, da scolari fu loro letta e presentata la poesia di Guido Giacometti. Lo ricordano ancora oggi come un momento ricco, emozionante, impresso di particolari.

Vi lasciamo con una sua poesia, tratta da Trasparenze, 2004.

Abbassa la tua testa,
le tue palpebre abbassa,
dammi la tua mano.

Non chiedermi chi sono,
anche il mio nome, ora,
non ha posto. Sento che sei,
senti che sono e basta.

Ora lo stridere, è quasi
troppo vivace, dei grilli,
ora che il sonno
sta per portarti via.

-Signore- io vi lascio soli.
Io ritorno un poco al mio lavoro.

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