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Vita di Gran Consiglio

17 dicembre 2019

//tratto da Il Grigione Italiano\\
Tre giorni, dal 2 al 4 dicembre, ricchi e intensi. Intervista al granconsigliere bregagliotto Maurizio Michael.

La sessione di dicembre del Parlamento grigione è stata caratterizzata da alcuni temi particolarmente importanti, fra i quali l’approvazione del preventivo 2020, il primo rapporto della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle assegnazioni degli appalti in Engadina Bassa, e la revisione della Legge sulle assicurazioni dei fabbricati.
Quest’ultima tocca i proprietari di immobili che subiscono un danno, parziale o totale, della loro proprietà. E il granconsigliere Maurizio Michael aveva presentato un incarico concernente l’adeguamento della prassi di indennizzo, dopo aver constatato che lo scoscendimento dal Pizzo Cengalo aveva messo in luce, in Bregaglia, situazioni da riconsiderare. Nella scorsa sessione il Gran Consiglio lo aveva approvato, affidando quindi al Governo l’incarico di inserire la proposta di modifica nella Legge sull’assicurazione dei fabbricati.

Maurizio Michael, com’è andato l’inserimento della tua proposta nella revisione della Legge sull’assicurazione dei fabbricati?
Bene. Non è evidente e normalmente non succede che si riesca a portare avanti così in fretta una richiesta. E invece il contenuto è stato inserito nella revisione della legge. La discussione principale è stata sul momento dell’entrata in vigore, ossia quali situazioni potranno essere prese in considerazione. Nel dibattito sono state espresse diverse opinioni: una parte del Gran Consiglio e il Governo dicevano che la legge si può applicare solo per i casi futuri. Contrariamente a questo parere siamo riusciti a far sì che siano inclusi tutti i casi pendenti. Nota bene: non quelli conclusi.

A chi ti riferisci quando dici «siamo riusciti»?
In primo luogo io, come primo firmatario dell’incarico, con il sostegno di tutta la frazione liberale e con l’aiuto di molte colleghe e colleghi. Un paio di settimane prima della sessione, le frazioni si riuniscono e i membri delle Commissioni riferiscono le loro decisioni. E in questo caso i membri della Commissione ambiente, trasporti ed energia, su consiglio degli esperti del dipartimento, avevano deciso all’unanimità che i cambiamenti nella legge avrebbero avuto effetto solo sui nuovi casi avvenuti dopo la sua entrata in vigore.

In effetti, di solito le leggi non hanno valore retroattivo…
La situazione è un po’ più complessa e, anche se formalmente si parla di un’entrata in vigore retroattiva, la realtà pratica e procedurale si riferisce a richieste che devono ancora essere fatte. Per questo motivo io ho portato i miei argomenti e alla fine tutti si sono convinti che i danneggiati dal Cengalo, e non solo, dovevano poter usufruire dei cambiamenti iscritti nella legge. Così i quattro membri liberali della Commissione hanno fatto rivalutare la questione alla Commissione intera, e questa ha cambiato la sua decisione.

Ci puoi ripetere che cosa cambia, in pratica?
Oltre a ricostruire una casa che ha subito un danno totale, per ottenere la differenza fra il valore attuale e il valore a nuovo (della vecchia casa) i danneggiati possono anche acquistare e/o ristrutturare una casa esistente. Punto fermo rimane il fatto che il danneggiato non si possa arricchire. Egli non può ad esempio ricevere in contanti una differenza di prezzo, oppure con i soldi dell’assicurazione spendere meno. L’applicazione non sarà molto semplice. Ma la procedura è una questione dell’Assicurazione e non ci compete.

In aula chi ti ha sostenuto, oltre al gruppo liberale?
Il dibattito in Gran Consiglio è spesso molto dinamico e non è sempre prevedibile. Sapevo di avere il sostegno della mia frazione e sapevo pure di avere il sostegno di molti colleghi del PDC, visto che il collega Reto Crameri di Surava era il secondo firmatario del mio incarico. Sapevo pure di avere il sostegno della maggior parte dei colleghi del Grigioni italiano. Ci ha quindi sostenuti in blocco anche l’UDC, e il PBD in buona parte. Quando si è votato l’entrata in materia, dove ci voleva la maggioranza di due terzi, c’erano 89 favorevoli, 11 contrari e 11 astenuti. Hanno votato a favore tutti i deputati del Grigioni italiano e quasi tutti quelli dell’Engadina Alta, tra cui anche Martin Aebli, presidente della Regione Maloja.

Insomma, un bel successo!
«Noi facciamo delle leggi per la popolazione, non per l’amministrazione», così ho detto, in tedesco, in sessione. Ora spero che qualcuno ne faccia uso. Lo spero non solo per le persone direttamente toccate, ma anche per le ricadute positive in generale. Se viene ristrutturato un edificio esistente nei paesi, si rivalorizza il nucleo e si muove l’economia, si genera movimento e cambiamento, novità.

Avete di nuovo parlato di traduzione simultanea delle sessioni di Gran Consiglio. Era stato detto che costava troppo, dal momento che ci vorrebbero sei traduttori alla volta. Però poi la cosa è andata avanti?
La discussione su una prima interpellanza era stata fatta a Pontresina in giugno. L’interpellanza era stata presentata in febbraio dal granconsigliere socialista Tobias Rettich, di Untervaz, e l’avevo sottoscritta anch’io. Il Governo era effettivamente stato molto critico in merito, ma il dibattito in sessione era stato interessante e possibilista. Su questa base, Rettich ha presentato un atto parlamentare indirizzato al Gran Consiglio (e non al Governo) in cui chiedeva di affrontare l’argomento in modo strutturato impiegando una commissione. L’atto era stato firmato da più di 80 parlamentari, ed è andato alla Conferenza dei presidenti, che lo ha valutato come rilevante e così l’ha riportato in Gran Consiglio. Anche quest’ultimo l’ha ritenuto rilevante, e ha votato all’unanimità la costituzione di una commissione che studi la questione e faccia delle proposte. La commissione sarà istituita in febbraio.

Come viene nominata una commissione?
Le Commissioni permanenti hanno 11 membri, e tengono conto delle forze dei partiti. In questo caso la Conferenza dei presidenti ne proporrà una a 11 dedicata all’argomento. Le frazioni ne discuteranno e faranno le loro proposte di membri, poi in sessione si voterà in blocco.

Arriviamo ora a un tema caldo per tutto il Cantone. I risultati della Commissione parlamentare di inchiesta (CPI) sugli appalti nel settore edile.
Abbiamo ricevuto il primo rapporto parziale. La Commissione ha avuto il compito di verificare se ci fosse un’implicazione fra le imprese coinvolte nel cartello e l’amministrazione cantonale, tra cui anche gli interventi delle autorità nei confronti dell’informatore Adam Quadroni.

Parli di «cartello»: è comprovato?
Che ci siano stati degli accordi tra le imprese di costruzione sembra ormai cosa acquisita. Non è ancora chiaro quale sia stato il reale danno causato, ma di questo si parlerà più avanti. In qualsiasi caso la COMCO (Commissione della concorrenza) ha appurato diverse infrazioni stabilendo pure delle sanzioni salate.
Come già detto il rapporto intermedio della CPI ha analizzato nel dettaglio gli interventi delle autorità nei confronti del signor Quadroni (nel rapporto indicato come AQ).
Dalla relazione emergono molti vizi di gestione del caso. E in particolare la Polizia cantonale non ne esce bene. Non viene criticato il gruppo speciale di intervento, perché loro hanno eseguito gli ordini secondo il loro mandato. Mancano per contro degli elementi di prova riguardanti l’atteggiamento pericoloso di AQ. Mancano procedure di controllo e verifica delle informazioni ecc. Quindi ci sono forti misure di miglioramento che devono essere attuate.

Cosa farete adesso?
Il Gran Consiglio non può far altro che prendere atto del rapporto: non ha competenze operative. Ci sono raccomandazioni che arrivano dalla CPI, che ha proposto misure da attuare per risolvere i punti deboli che sono emersi. È il Governo a doverle attuare. E ha dichiarato che accoglierà tutte le proposte di cambiamento. Comunque è da notare che dalla relazione non emerge un collegamento tra il caso del cartello e il caso degli interventi della Polizia. Cioè non è stata trovata una conferma che il cartello abbia influenzato il comportamento della Polizia nei confronti di AQ. E questa è una cosa positiva.

Come andrà avanti l’inchiesta?
Il cuore dell’inchiesta deve essere ancora discusso: se c’era un coinvolgimento all’interno dell’amministrazione cantonale, se per esempio qualcuno dava informazioni di base così le aziende riunite in cartello potevano fare i loro prezzi… Ma ci vorrà tempo: c’è voluto un anno e mezzo per fare questo primo rapporto!

Riguardo al preventivo 2020 hai qualcosa da sottolineare?
Come ogni anno, a dicembre si approva il preventivo elaborato dal Governo. Non avrei niente da mettere in evidenza.

Quali attività avete avuto al di fuori della sessione?
La sera del primo giorno, lunedì 2 dicembre, c’è stato l’evento organizzato dal presidente del Gran Consiglio Alessandro Della Vedova, che ci ha invitati a Küblis in Prettigovia a visitare la centrale della Repower.
Martedì mattina, prima dei lavori parlamentari, con un gruppo ristretto di colleghi engadinesi, abbiamo fatto visita all’ufficio tecnico cantonale per avere informazioni sull’avanzamento dei lavori di progettazione delle strade in Bregaglia ed Engadina Alta. A mezzogiorno, come gli scorsi anni durante la sessione di dicembre, Gastrogrigioni ci ha invitati sotto il capannone in legno che viene costruito accanto all’edificio del Gran Consiglio e sempre durante la pausa pranzo, presso gli studi radiotelevisivi, abbiamo registrato un dibattito radiofonico per le Voci del Grigioni italiano sulla presenza della Polizia cantonale nelle regioni.
Lo stesso giorno abbiamo quindi avuto una serata di frazione con cena, e abbiamo visitato gli angoli bui di Coira, un giro condotto da due «guardiani notturni».
Mercoledì a mezzogiorno ci siamo riuniti come deputazione grigionitaliana: stiamo lavorando ad alcuni temi interessanti.

In conclusione, che tipo di sessione è stata, questa di dicembre?
È stata decisamente una sessione impegnativa.

Silvia Rutigliano

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